“La nostra prima missione sarà di fermare la guerra nel Donbass”. Queste furono le parole di Zelensky appena eletto. Pronunciate davanti ai suoi elettori, che in gran parte lo avevano votato proprio per quella promessa, ritenendo assurda una guerra fratricida sul proprio territorio, portata avanti per volontà di gruppi neonazisti dai quali gli ucraini continuavano a prendere le distanze alle urne, salvo poi ritrovarsi ad influenzare tutte le decisioni che contano. Gli ucraini avevano votato il cambiamento e significava smettere di fare gli interessi di quei gruppi estremisti che dal 2014 si erano intestati le scelte politiche puntando sul fatto che il cambio di Governo fosse avvenuto soltanto grazie a loro, che avevano costretto alla fuga il Presidente eletto.

Cambiamento voleva dire prendere le distanze da quelle Nazioni occidentali che puntavano all’Ucraina per renderla il proprio avamposto in funzione anti Russia, mettendo gli ucraini contro il loro potente vicino, senza però dare garanzia e senza fornire loro un adeguato contraltare. Cambiamento voleva dire prendere le distanze dagli oligarchi, che miravano solo all’arricchimento personale. Per questo hanno svenduto il proprio Paese ai potentati stranieri.

Questo chiedevano gli Ucraini con l’arrivo di Zelensky. Si sono invece ritrovati con un Presidente con i conti bancari nei paradisi fiscali, dove ha ricevuto finanziamenti proprio da un oligarca, che tra l’altro ha contribuito a creare quei battaglioni neonazisti. Si sono ritrovati con gli estremisti che hanno messo la croce nera sugli accordi di Minsk, contro la volontà della maggior parte del popolo ucraino, obbligando il Governo a non implementarli e quindi causando l’escalation del conflitto. Altro che pace in Donbass!

Si sono ritrovati in guerra con la Russia per il Donbass. Si sono ritrovati ostaggio degli Stati Uniti, che ora fomentano il conflitto e della NATO, che boicotta le trattative di pace, pretendendo addirittura di decidere per l’Ucraina quali condizioni offerte da Putin siano accettabili e quali no. Nonostante quella stessa NATO non sia intervenuta direttamente nel conflitto nascondendosi dietro al fatto che l’Ucraina non fosse ancora entrata nella NATO, anche se evidentemente la NATO è già da tempo entrata nell’Ucraina e quindi pretende voce in capitolo contro le decisioni di un Governo che dovrebbe essere sovrano e di un popolo che non ha nulla da guadagnare dal protrarsi di un conflitto, come invece accade per gli Stati Uniti e quindi dovrebbe essere quel popolo l’unico decisore sulle trattative di pace.

Si sono ritrovati quindi un Presidente in totale balia di gruppi neonazisti, completamente eterodiretto dall’estero e creato in vitro da oligarchi attraverso una magistrale operazione di marketing politico. Questo errore di valutazione è qualcosa che gli ucraini hanno pagato e stanno pagando nella maniera più atroce possibile ed è profondamente ingiusto. È per questo che a quel popolo deve andare tutta la nostra solidarietà, ma per punire i responsabili bisogna prima smascherarli.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo