Sei russo o bielorusso? Per te Wimbledon finisce qui, anzi non comincia proprio. La decisione posta in essere dai vertici dell’All England Club, ente organizzatore del più importante evento del tennis mondiale, ha scatenato opposte reazioni che coinvolgono forse erroneamente il tema della guerra in Ucraina.

I bene informati assicurano che dietro l’esclusione ci sarebbe la regia del Governo britannico guidato da Boris Johnson e del Ministero per il Digitale, la Cultura, i Media e lo Sport. Il gesto ha decisamente spiazzato l’ATP (Association of Tennis Professionals) che ha replicato con il seguente comunicato: “Condanniamo fermamente la riprovevole invasione dell’Ucraina da parte della Russia e siamo solidali con i milioni di persone innocenti colpite dalla guerra in corso. Il nostro sport è orgoglioso di operare secondo i principi fondamentali del merito e dell’equità, in cui i giocatori competono individualmente per guadagnarsi un posto nei tornei basati sulle classifiche ATP. Riteniamo che la decisione unilaterale di Wimbledon e della LTA di escludere i giocatori di Russia e Bielorussia dai tornei in Gran Bretagna di questa stagione sull’erba sia ingiusta e abbia il potenziale per creare un precedente pericoloso per lo sport. La discriminazione in base alla nazionalità è anche una violazione del nostro accordo con Wimbledon, che sottolinea come l’ingresso dei giocatori si basi esclusivamente sulle classifiche…”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche la nota emessa dalla WTA (Women’s Tennis Association): “La WTA condanna fermamente le azioni intraprese dalla Russia e la sua invasione non provocata dell’Ucraina. Continuiamo i nostri sforzi di soccorso umanitario per sostenere l’Ucraina attraverso Tennis Plays for Peace. Siamo, tuttavia, molto delusi dall’annuncio odierno dell’AELTC e dell’LTA di vietare ai singoli atleti provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia di competere nei prossimi eventi sull’erba del Regno Unito. Un principio fondamentale della WTA è che le singole atlete possano partecipare a eventi di tennis professionistico in base al merito senza alcuna forma di discriminazione. Tale principio è espressamente stabilito dalle nostre regole ed è stato concordato sia con AELTC che con LTA. I divieti contro la discriminazione sono chiaramente espressi anche nelle stesse regole e nelle regole del Grande Slam. Come la WTA ha costantemente affermato, i singoli atleti non dovrebbero essere penalizzati e non dovrebbe essere impedito loro di gareggiare a causa della loro provenienza o delle decisioni prese dai governi dei loro paesi...”.

Per quanto riguarda il circuito maschile della prestigiosa kermesse nel mitico manto erboso inglese gli appassionati non potranno dunque ammirare grandi campioni come il numero 2 del ranking mondiale Daniil Medvedev ed il numero 8 Andrey Rublev. Fuoriclasse che, per motivi del tutto esterni all’ambito della competizione sportiva, sono costretti a rinunciare in modo forzato allo svolgimento dell’attività agonistica. Novak Djokovic non ci sta ed esterna la sua opinione a mezzo social network: “Condannerò sempre la guerra, non la sosterrò mai essendo io stesso figlio della guerra. So il trauma emotivo che lascia, tutti sappiamo cosa è successo in Serbia nel 1999. Nella storia recente nei Balcani abbiamo avuto molte guerre. Tuttavia, non posso sostenere la decisione di Wimbledon, penso sia pazzesca. Quando la politica interferisce con lo sport, il risultato non è mai buono“.

A fare eco al serbo ci pensa una vecchia gloria italiana come Adriano Panatta. Ecco le sue parole a Rai News 24: “Questa volta sono d’accordo con Djokovic, La presa di posizione di Wimbledon è completamente folle, i giocatori russi sono cittadini russi, non sono la Russia. Mi sembra una forma razzista nei confronti di questi giocatori“. Le decisione sembra davvero irremovibile. La guerra evidentemente è dappertutto, anche dopo dovrebbe dominare la fratellanza e la neutralità.

Alessandro Iacobelli

Credits foto: Wimbledon.com