Generazioni dal futuro incognito. Il brusco passaggio dalla società analogica al digitale, con l’utilizzo perenne di dispositivi tecnologici a portata di tutti, ha aperto le porte a scenari dagli esiti che l’umanità potrebbe non avere mai sperimentato. Un po’ come se all’intera popolazione venisse iniettata una sostanza senza saperne i danni eventuali. In entrambi i casi come questi cambiamenti impatteranno su uomini e donne del futuro non è dato saperlo.
Mai prima d’ora la crescita delle nuove generazioni è stata accompagnata dall’impiego di tecnologie che fungono un po’ da estensione del loro corpo. Potrebbe essere la genesi di una nuova fase evolutiva, in cui la nostra specie si adatta agli effetti di tenere sempre in mano uno smartphone, avere il capo chino verso il medesimo, tenere gli occhi fissi su uno schermo. Naturalmente è vietato anche drammatizzare in modo eccessivo. Le potenzialità dello sviluppo digitale ci si parano dinanzi nella quotidianità della vita. Ma attenzione a far diventare la comodità una sorta di assuefazione.
“Diventare padroni di questi strumenti, non schiavi” è il messaggio rivolto dal professor Alberto Contri a un gruppo di studenti e studentesse presenti in studio. Una vera e propria lezione del docente di Comunicazione sociale, in diretta insieme a Giovanni Frajese e Alessandro Meluzzi. Ecco l’intervento a Un Giorno Speciale, con Fabio Duranti.
“Guardate che voi dovete cercare dei maestri, un’altra cosa che oggi viene a mancare. Dovreste cercare dei grandi scrittori, dei giornalisti, dei grandi formatori. Ma un’altra cosa su cui vi metto in guardia è che noi oggi viviamo in questo periodo che io ho definito della costante attenzione parziale. Noi siamo continuamente con la testa dentro questo oggetto. Cogliamo, introitiamo e rielaboriamo frammenti. Non c’è altro modo. Allora quello che manca, non solo a voi ma a tutta la nostra società, è l’approfondimento. Nessuno ha più tempo. È paradossale non avere più tempo quando tu invece dovresti dedicare del tempo a valutare delle fonti. Quindi non basta trovare il sito che ti piace. È importante sentire altre campane. È importante capire anche cosa pensano quelli che non la pensano come te. Ma questo lo si fa semplicemente se, come dicono molti psicologi, fin da bambini si saranno sviluppate le capacità analogiche di leggere e scrivere, di mettere le dita su un device elettronico solo dopo i 6-7 anni. Non come si fa adesso che a due anni vedi i bambini con la babysitter elettronica. Questa è una tragedia”.