In Aula alle ore 9,30 l’esame del disegno di legge di conversione del decreto 1° marzo 2022, n. 17, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. A gamba tesa l’intervento dell’Onorevole di Alternativa Francesco Forciniti, focalizzato su un altro dei grandi sviluppi pre-bellici ora eclissati all’opinione pubblica: quel PNRR di cui poco si è visto nell’economia reale e molti si sta vedendo in termini di riforme, quelle riforme a cui abbiamo acconsentito per avere soldi finora solo ipotizzati. Invece la riforma del catasto, il ritorno della legge Fornero e la riesumazione della riforma Cartabia sono più concrete che mai. Sentite l’intervento di Forciniti.

Con questo ordine del giorno parliamo di PNRR. A parte il fatto che questo PNRR ce lo avete venduto come la grande rivoluzione, la grande politica anticiclica rispetto al COVID, dei 200 miliardi di qua e 200 miliardi di là, sono passati 2 anni e io vorrei sapere chi di voi ha visto un centesimo, di questi 200 miliardi, nell’economia reale. In realtà, l’unica cosa che noi abbiamo visto del PNRR non sono i soldi, ma le riforme che vi siete impegnati a fare in cambio di quei soldi. Quindi, adesso avremo la riforma fiscale, la mazzata sul catasto, le privatizzazioni, il taglio delle pensioni, con il ritorno alla “legge Fornero”, la “riforma Cartabia”, quella schifezza che garantirà impunità diffusa. Queste sono le uniche cose che abbiamo visto rispetto ai fantomatici i soldi del PNRR.

Aperta e chiusa questa parentesi, in questo caso, parliamo di assunzioni legate a questo fantomatico PNRR. Noi abbiamo graduatorie ancora vigenti – quindi, non parliamo di concorsi svolti 10 anni fa, ma 2 o 3 anni fa – che sarebbero pronte per essere utilizzate per poter subito arruolare nella pubblica amministrazione un personale già voglioso e desideroso di dare il suo contributo per la pubblica amministrazione; sono, spesso e volentieri, giovani che hanno ben figurato in concorsi pubblici, non più tardi di 1,2 o 3 anni fa. Allora, quello che chiediamo con questo ordine del giorno è che le amministrazioni, in via prioritaria, attingano a graduatorie, ovviamente su concorsi pubblici di segno affine già svolti, anziché bandire nuovi concorsi, con tutte le lungaggini che questo comporta, con gli esborsi economici che questo comporta. Infatti, se noi abbiamo graduatorie pronte per essere utilizzate, da una parte, possiamo iniziare un po’ a smaltire il fastidioso arretrato anche degli idonei, che sono in un limbo, che magari sperano in una chiamata e, poi, però, alla fine, sono sempre costretti a desistere, e, dall’altra parte, risparmiamo tempo, risparmiamo risorse economiche.

Non c’è un solo motivo per immaginare di dire “no” a una cosa del genere. L’unico motivo è che il Ministro Brunetta preferisce, ovviamente, plasmare la pubblica amministrazione a sua immagine e somiglianza, quindi con le chiamate dirette, con i concorsi riservati per titoli o per esperienza pregressa. Una visione, anche in questo caso, aziendalistica della pubblica amministrazione, come tutto quello che riguarda la linea politica di questo Governo tecnocratico di manager, che, del resto, entrano ed escono da banche d’affari e da multinazionali, e quindi sono abituati a gestire la cosa pubblica come fosse un’azienda. In questo caso, però, bisognerebbe ricordare che non si tratta di un’azienda, lo Stato non è un’azienda e, quindi, bisognerebbe anche cercare di regolarsi di conseguenza.

Allora, già di per sé, il PNRR è un mezzo inganno, ormai l’abbiamo capito, ma almeno, se c’è qualcosa di buono, come fare qualche assunzione nella pubblica amministrazione, cerchiamo di utilizzare graduatorie rispetto a concorsi pubblici banditi poco tempo fa, anziché mettere in piedi altre lungaggini oppure fare “assumifici” attraverso chiamate dirette, attraverso altre cose che a noi non piacciono. Quindi, noi chiediamo che questo ordine del giorno venga accolto e, in caso contrario, che venga votato da quest’Aula, così ognuno si assume le sue responsabilità”