Non solo nella ristretta cerchia degli addetti ai lavori, Francis Fukuyama è noto soprattutto per una tesi, formulata nel 1992 con le macerie del Muro di Berlino ancora fumanti e destinata a fare epoca. Quella tesi ha il merito di aver stimolato un dibattito critico, polifonico e che ha effettivamente toccato un tema dirimente. Stando a Fukuyama con l’implosione del comunismo storico novecentesco, verificatasi nel 1989, finito non sarebbe soltanto il “secolo breve”, ma la storia tout court. Insomma, calerebbe il sipario sull’avventura storica occidentale, si realizzerebbe la fine capitalistica della storia con annessa attuazione del telos provvidenziale della storia della salvezza.

Finalmente – a dire di Fukuyama, lettore di un Hegel mediato da Kojève – siamo entrati col 1989 nel tempo della libertà universale pienamente compiuta. La tesi, discutibile e da subito discussa, da subito non pareva convincente e, a maggior ragione, non lo pare ora, con il ricomporsi di un nuovo bipolarismo che sembra a tratti far rivivere quello pre-1989. Con buona pace di Fukuyama mai come oggi la storia pare correre veloce, quasi come se – per dirla con Hegel – avesse preso a calzare gli stivali delle sette leghe. Fukuyama deve in effetti avere avuto il sentore delle dure repliche fatte valere dalla realtà alla sua tesi circa l’end of history. E, infatti, è proprio in questi giorni intervenuto correggendo il tiro. Lo ha fatto spiegando che – cito dal “Corriere della Sera” – che “qui si combatte la battaglia decisiva tra Paesi liberi e regimi autoritari”; la battaglia che – sono sempre parole sue – “darà una spinta poderosa alle democrazie o ai totalitarismi, a seconda di chi prevarrà”.

Non soltanto, dunque, la storia non è finita, come pure con una certa baldanza aveva annunciato lo stesso Fukuyama nel 1992; ma addirittura siamo al momento culminante della battaglia metafisica, che si dispiega sul piano della storia reale, tra le forze del bene e le forze del male. Dove, ça va sans dire, le forze angelicate del bene sono in modo manicheo identificate con il regno capitalistico della libertà euroatlantista e quelle mefistofeliche del male con il mondo oriental-comunista. Fumettistica era la visione dell’end of history ed egualmente fumettistica è la nuova proposta teorica, peraltro non particolarmente originale, centrata tutta sulla metafisica lotta tra forze del bene a trazione atlantista e forze del male sotto l’egida russa e cinese.

Insomma, la fine della storia per ora sembra essere rinviata a data da destinarsi. In ogni caso lo scontro finale sta avvenendo e, se prestiamo fede a Fukuyama, presto dovrebbe risolversi.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro