Ci sono novità ragguardevoli circa l’inadempimento dell’obbligo vaccinale da parte di alcuni insegnanti di Brescia. La legge entrata in vigore il 15 dicembre 2021 con la quale molti docenti sono stati mandati a casa senza stipendio sarebbe un “autogol del Governo” secondo quanto riferisce l’avvocato Mauro Sandri. Il difensore del gruppo di docenti che ha scelto di non intraprendere il ciclo vaccinale anti-Covid ha spiegato a ‘Un Giorno Speciale’ l’ordinanza del giudice Mariarosa Pipponzi, la quale ha sollevato la costituzionalità della legge: il tallone d’Achille riguarderebbe il mancato assegno alimentare quantificabile con la metà dello stipendio percepito fino alla sospensione dagli insegnanti in questione, un punto che è scritto espressamente nella legge del 28 maggio 2021 n.76 nella parte in cui recita: “Per il periodo di sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati”.
Un concetto apertamente contestato dalla giudice con la motivazione che “pone dubbi di compatibilità con gli articoli 2 e 3 della Costituzione e pertanto tale questione va rimessa alla Corte Costituzionale“.

Ma il chiodo su cui battere sarebbe pure un altro per il legale Sandri, e riguarda il dietrofront del Governo sulle misure emergenziali: “Questa normativa che ora è entrata in vigore rappresenta una prova confessoria della illegittimità della discriminazione dal punto di vista scientifico. Equiparare il tampone alla vaccinazione vuol dire esattamente ammettere che l’obbligatorietà della vaccinazione come fattore discriminante è stata un abuso, un atto illegittimo, perché il tampone esisteva anche a dicembre, quando si è varata la legge sull’obbligatorietà“.

Io sono assolutamente convinto che tutti gli insegnanti che sono stati discriminati avranno il riconoscimento integrale delle retribuzioni che non hanno percepito“, sostiene Sandri, prefigurando anche la possibilità di incassare danni morali: “Abbiamo chiesto 15mila euro aggiuntivi“.
Lo scenario prenderebbe ovviamente forza in caso altri tribunali si accodassero a quello di Brescia, cosa non impossibile e – anzi – piuttosto probabile per l’avvocato.
Approfondiamo nell’intervista a ‘Un Giorno Speciale’.