Chiariamo una cosa che forse non è stata compresa da tutti, o comunque non è stata spiegata per bene dai nostri media: stiamo rischiando una guerra mondiale per permettere alla NATO di espandersi ad est. Questo deve essere chiaro a tutti. Lo testimoniano anche le recenti richieste di Putin per porre fine al conflitto.
Ora, fermo restando che in una guerra sono la crisi umanitaria e la perdita di vite umane a rappresentare la vera tragedia, io voglio però mettere per un attimo da parte questa questione drammatica e prioritaria per analizzare la questione dal punto di vista delle conseguenze economiche per l’Italia: l’euro sta colando a picco rispetto alle altre monete, rischiamo di restare senza gas, i pastifici (e non solo) fiore all’occhiello del nostro made in Italy rischiano di rimanere senza grano: stiamo cedendo grosse quote di mercato ai nostri competitor stranieri, e parliamo di fette di mercato che non torneranno mai più indietro.

Le aziende energivore costrette alla chiusura nei prossimi mesi davvero non si contano, pensate che interi comparti sono alla canna del gas (per usare una metafora calzante); il blocco delle esportazioni verso la Russia è qualcosa che non potevamo permetterci, soprattutto dopo due anni di pandemia. A causa del caro benzina da domani i pescherecci italiani resteranno fermi nei porti, per non parlare della situazione dei camion.

Unicredit da sola rischia di perdere decine di miliardi di euro di esposizione in Russia, portandosi quindi appresso tutte le banche minori, e come se non bastasse, la Russia ci ha inseriti in una blacklist considerata dei paesi nemici. Addirittura ci considerano cobelligeranti,
vuol dire che il rischio di trovarci in guerra con una delle maggiori potenze nucleari al mondo è più concreto che mai, tutto questo perché improvvisamente abbiamo deciso che fosse indispensabile la libertà di scelta dell’Ucraina di entrare in un’alleanza militare obsoleta e guerrafondaia.
Lo sappiamo bene: non c’è intelligence al mondo che non abbia avvertito di quali sarebbero state le conseguenze di questa scelta reiterata da parte dell’Ucraina. Si può parlare infatti di un’azione spropositata da parte di Putin e prenderne le distanze, ma non si può assolutamente parlare di azione non preventivata e non annunciata.

Ora, gli italiani saranno consapevoli di tuto ciò? Saranno consapevoli della complicità del governo ucraino nell’avallare queste misure espansionistiche della NATO e della loro piena consapevolezza delle conseguenze che quella scelta avrebbe comportato?
Zelensky lo scorso anno parlava addirittura di riprendersi la Crimea dopo essere entrati nella NATO, e non fai dichiarazioni del genere se non vuoi uno scontro diretto o se non stai eseguendo i diktat di chi da quello scontro ha tutto da guadagnare.
Gli italiani sono davvero consapevoli che stiamo rischiando un’economia di guerra – se non una guerra stessa – perché “l’Ucraina deve essere libera di entrare nella NATO, se lo desidera”.
Io vorrei davvero capire il grado di sicurezza degli italiani su questo specifico tema.

Solidarietà massima al popolo ucraino. Solo e soltanto al popolo.

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