La competizione sul lavoro, vero e proprio mantra neoliberista, viene alterata dai fenomeni migratori che ovviamente alterando l’offerta rispetto alla domanda, abbassano tendenzialmente il prezzo e il salario. Consolidando nell’opinione pubblica il mantra del razzismo si distoglie l’attenzione del dibattito dalla vera questione che è solo economica.

La retorica umanitaria non spende mai una sola parola delle classi dei nuovi poveri, milioni dei quali in Italia in condizioni paragonabili a quelle degli immigrati clandestini, poiché vivono al di sotto della soglia di povertà, ma per questi il buonismo neoliberista non trova attenzione. Si vede che le risorse, anche di pietà, sono davvero limitate per tale novelle divinità mercantili e vanno gestite con opportuna parsimonia ed efficiente allocazione.

Il tema è piuttosto scomodo da trattare senza il politically correct che ormai, almeno a titolo personale, mi ha stancato. I fenomeni migratori, soprattutto quando sono organizzati e indotti, sono sempre stati improntati non da questioni religiose o morali ma da squisitamente economiche. Così è anche in questi anni in cui si tende a mascherare con valutazioni morali quella che è una questione economica.

Io non vedo sufficiente attenzione per la problematica della povertà del nostro paese. Il modello economico neoliberista ha aumentato la povertà in Italia creando milioni di nuovi poveri, quest’ultimi sono circa triplicati dall’ingresso nell’Euro fino ad oggi nel mercato italiano, con particolare riferimento agli ultimi 15 anni.

I fenomeni dell’immigrazione clandestina certamente vanno a creare delle condizioni di competizione sul mercato del lavoro verso il basso. La retorica umanitaria non tiene in sufficiente considerazione le problematiche di una parte della popolazione italiana che vivono in condizioni non dissimili da quelle purtroppo di altri disperati, con l’aggravante che quelle persone prima avevano, nella tanta vituperata condizione della lira, una vita più dignitosa di quella che è la vita odierna. La risposta corretta non è quella del reddito di cittadinanza ma il vero obiettivo deve essere quello di dare lavoro e non sussidi, in questo senso è sul mercato del lavoro che si scatena la competizione salariale

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi