Quanto sarebbe stato prezioso oggi, in tempi di compressione di libertà e diritti, il contributo del giurista Stefano Rodotà. Scomparso il 23 giugno del 2017 a Roma, l’intellettuale è stato un fervido depositario degli insegnamenti dei padri della Costituzione che ha trasmesso fino ai nostri giorni. La sua carriera politica e istituzionale parla da sola: deputato per quattro legislature con il Pci e il Pds, primo presidente del Garante per la protezione dei dati personali, al vertice di una Commissione Ministeriale – passata agli annali come Commissione Rodotà – istituita al fine di dettare una nuova più moderna normativa del Codice Civile sui beni pubblici. Da ricordare anche, in questi giorni di dibattiti politici sul prossimo Presidente della Repubblica, la sua candidatura per le elezioni del 2013. Un cavallo di battaglia del Movimento 5 Stelle delle origini, ma alla fine sappiamo tutti come andò a finire.

Non solo uomo delle istituzioni. Rodotà ha anche compiuto una grande opera di divulgazione in materia giuridica. Come accennato, la sua figura è spesso associata alla disciplina dei beni pubblici. Tuttavia, con il suo sapere è riuscito a discernere tanti altri nodi legali, a riproporre in chiave moderna alcuni passaggi salienti della storia. Sono molteplici, infatti, le testimonianze ancora attuali del professore. Ne fanno parte anche gli insegnamenti sul legame tra salute e Costituzione, oggi al centro di qualsiasi discussione per le vicende legate a Covid e vaccini. In una serie di contributi diffusi dal canale Rai Scuola, Stefano Rodotà ha spiegato l’argomento in modo impeccabile.

Fabio Duranti e il Prof. Enrico Michetti hanno mostrato e commentato in diretta una prima parte del documentario incentrata sulla rivoluzione apportata dal consenso informato. Queste l’intervento a Un Giorno Speciale, con Francesco Vergovich.