In questo nuovo mondo che snatura i valori tipici della nostra storia mediterranea e contadina, importando pensieri di Wall Street e del protestantesimo nordico, si diffonde la nuova teoria economica di riferimento: il neoliberismo.

Viene presentato come moderno tutto ciò che serve a distrugge la distribuzione della ricchezza verso la classe media e quella povera. Liberalizzazione di merci e persone, privatizzazione dello stato e cessione della sovranità monetaria. Il neoliberismo diventa così una scienza totalizzante in grado di imporre la sua visone in ogni ambito della sfera politica e sociale.

Il neoliberismo viene presentato come una dottrina onnisciente e infallibile: il mercato si regola da se, non ci saranno più disoccupati, avremo una moneta forte ecc. ma come la storia insegna l’errore strategico è riconducibile all’avere creato una moneta senza stato. C’era certo già un’unione economica europea ma noi abbiamo innestato una moneta su un’unione economica quando tutti gli economisti dell’epoca ci dicevano non funzionerà.

Quando qualcuno avrà bisogno di aiuto, a differenza di uno stato federale dove il governo può intervenire ad aiutare lo stato in difficoltà, abbiamo impedito che l’Unione Europea aiutasse gli stati in difficoltà e che il suo braccio, la BCE, dipendesse politicamente dell’Unione europea, rendendo di fatto impossibile l’aiuto dei paesi più deboli.

Una moneta senza stato come l’Euro è stato un azzardo che è fallito miseramente perché manca un’unione politica ma soprattutto un’unione ideologica e morale. Noi non abbiamo niente a che spartire con i tedeschi o i francesi. Ciò per la ragione che non abbiamo di fondo sentimenti comuni e che l’Unione che abbiamo creato non era finalizzata a creare unione tra gli uomini ma soltanto un’unione di moneta.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi