Si indottrinano le nuove generazioni con racconti falsi di una “liretta” (detto in termini diminutivi), di un’epoca in cui si racconta solo dell’inflazione a due cifre, si vive al di sopra delle proprie possibilità. Questa perversa narrazione che usa canoni liturgici pagani per paventare piaghe di cavallette bibliche – qualora si uscisse dall’euro – hanno grande effetto sulla mente delle persone, soggiogate dai tre fattori sopraillustrati. Così si dimenticano dettagli quali la possibilità di trovare agevolmente lavoro a tempo indeterminato e contrarre un mutuo. Cose normali all’epoca della “liretta”, divenute un sogno irrealizzabile nell’epoca dell’“eurone”.

Ci sono due fattori fondamentali che mi fanno ritenere che l’Italia della “liretta” fosse meglio rispetto all’Italia dell'”eurone”. Al di là di tutte le leggende, le cavallette bibliche, la paura, il terrore dell’uscire dall’euro (problema per i miliardari e per coloro che hanno fatto affari enormi), ci sono due fattori: la possibilità di fare un mutuo, la possibilità di trovare lavoro. I due fattori sono fortemente collegati. Noi abbiamo una disoccupazione che viene raccomandata, in modo più o meno surrettizio dall’Unione europea, per non fare aumentare l’inflazione dell’euro. Di fatto ci condannano a una stagflazione, perché se noi non creiamo posti di lavoro per i giovani noi abbiamo un danno epocale.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi