La poca affluenza alle ultime elezioni amministrative desta preoccupazione per quanto riguarda l’interesse dei cittadini nei confronti della politica, tanto che qualcuno ha ritirato in ballo il vecchio tema di una rinnovata crisi dei partiti, mentre qualcun altro addirittura guarda al fenomeno con un occhio molto più tragico. Al voto vanno sempre meno cittadini aventi diritto e questo potrebbe portare ben presto a scenari inediti. Il partito dell’indifferenza guadagna consensi, ma dovrà prima o poi fare i conti con il celebre detto: “se non ti occupi della politica sarà lei a occuparsi di te“.

Il sondaggista Nicola Piepoli, fondatore dell’Istituto omonimo, ha prospettato proprio quello che potrebbe essere presto il futuro delle democrazie, che cambierebbero forma per lasciar spazio ad una gestione più monarchica del potere. Addirittura secondo Piepoli, mai vicino a tesi distopiche e non tacciabile di complottismo, staremmo assistendo a un vero e proprio “crepuscolo della democrazia“.
Queste le sue parole a “Lavori In Corso”.

Post democrazia

“C’è un fenomeno che sta avvenendo anche in altre nazioni che sono civili come noi. Si tratta di opporre a questa tendenza una tendenza democratica, un amore per la vita, che in questo momento mi sembrerebbe abbastanza latente. Sono andati a votare meno della metà degli elettori e questo è sintomo di una disaffezione alla politica. In un certo senso siamo nel crepuscolo della democrazia come l’abbiamo intesa, come la intendevano gli antichi greci nella polis. Al signore illuminato o alla gestione illuminata del potere, succede il potere che si spegne. Che morfologia prenderà questo potere, lo vedremo. Ci sfugge la vita intellettuale e collettiva e avremo una vita barbarica perché i mezzi, come il telefonino, imbarbariscono la mente, perché la allontanano dai gruppi, dalla comunicazione dai propri simili. Queste cose ci verranno a mancare e non ne sentiremo la mancanza”.

Draghi

“Io considero Draghi un leader anomalo perché non trascina le folle verso se stesse ma verso di lui, mentre ad esempio Lorenzo il Magnifico trascinava le folle verso se stesse e abbiamo avuto Leonardo, Michelangelo, filosofi e pittori. Il vero leader emana la cultura.
Se noi ci abituiamo alle emergenze, ci abituiamo alla passività”.