Alla fine il Governo ha partorito ciò che la maggior parte dei cittadini aspettavano e che i più intransigenti temevano: dal 15 ottobre l’obbligo di Green Pass sarà esteso “a tutto il mondo del lavoro, pubblico e privato”, come comunicato in via ufficiale in conferenza stampa dal ministro della Salute Roberto Speranza. Due le ragioni con il quale lo stesso Speranza ha argomentato la scelta: “rendere questi luoghi più sicuri e rendere più forte la campagna di vaccinazione”.

Insomma, sono i primi membri dell’Esecutivo a rendere conto del fatto che la certificazione verde serva da impulso per una popolazione che già conta oltre l’80% di vaccinati. Uno scatto in avanti compiuto in prima persona dal Premier Draghi, che ha poi trovato terreno dopo l’intesa con i capidelegazione dei partiti di maggioranza.

Non solo, perché il Governo ha avanzato anche la richiesta di estendere l’obbligo di Green Pass per accedere a Camera, Senato, Quirinale e Corte Costituzionale. Anche chi lavora nella politica, dunque, potrebbe essere “obbligato” al possesso della tessera per poter continuare a svolgere la propria professione.

Ne ha parlato a Lavori in Corso il deputato Vittorio Sgarbi, intervistato in diretta da Stefano Molinari.

“La sanità viene considerata un tema così forte che viene imposta anche alla Camera, al Senato, al Quirinale e alla Corte Costituzionale. Se questo avverrà, secondo la richiesta di Draghi, dovremo considerare questa vicenda esattamente come morbillo, polio, vaiolo e così via. Facciamo da sempre vaccini obbligatori: si renda obbligatorio il vaccino e si finisca questa sceneggiata.
Se io sono vaccinato, e incontro uno che non è vaccinato, io ho lo scudo e lui no: il problema sarà suo. Ma se il problema è sociale l’obbligatorietà è la strada: avremo un vaccino in più.

Se lo Stato fosse convinto dell’efficacia del vaccino si prenderebbe la responsabilità del vaccino obbligatorio e delle eventuali vittime: c’è un bilanciamento tra democrazia e salute e tra certezza della salute, alla quale molti non credono. Il problema a questo punto diventa che se Draghi vuole veramente portare il Senato e la Camera, Quirinale e Corte Costituzionale, all’eguaglianza rispetto alla somministrazione del vaccino, questo diventerà obbligatorietà. Siccome si tratta di eguaglianza, la sanità ci vuole tutti uguali. Proprio per evitare disparità tra categorie umane”.