Nessun obbligo vaccinale ma un Green Pass sempre più stringente e limitante per i cittadini italiani. Il Governo non ha ancora preso una decisione ufficiale sulla possibile introduzione dell’obbligatorietà della vaccinazione anti Covid-19, ma la misura in vigore da agosto, la tessera verde, è di fatto un costringimento per la popolazione, obbligata a sottoporsi alla vaccinazione firmando un consenso informato: in caso contrario, non si potrà partecipare a eventi sportivi e culturali, entrare in determinati luoghi al chiuso come bar e ristoranti o prendere mezzi pubblici come aerei o treni, ma non solo.

Il raggio d’azione della tessera si acuisce quando si entra nel mondo del lavoro: sospesi tantissimi lavoratori del personale sanitario, così come tanti del personale scolastico. Si tratta, dunque, di una misura particolarmente limitante che ha costretto tantissimi italiani a rinunciare al proprio lavoro: a parlarne, in diretta a ‘Lavori in Corso’, il docente dell’Università di Genova e filosofo Paolo Becchi.

Becchi, insieme ad altri 300 docenti universitari – tra i quali lo storico Alessandro Barbero – ha firmato l’appello degli insegnanti contro il Green Pass, poi sottoscritto da altre centinaia di colleghi: un manifesto che ne evidenzia le contraddizioni e che ne chiede l’abolizione in quanto, come si legge sulla stessa petizione, “suddivide la società italiana in cittadini di serie A, che continuano a godere dei propri diritti, e cittadini di serie B, che vedono invece compressi i diritti fondamentali”.
Su questo e molto altro interroghiamo il filosofo ai microfoni di Stefano Molinari.

“Abbiamo firmato in 300, ora siamo a quota 600. All’interno del mondo accademico una minoranza abbastanza consistente comincia a farsi sentire. Il primo motivo su cui insisto è che si tratta di una misura discriminatoria. La nostra Costituzione all’articolo 3 dice che siamo tutti uguali: qui abbiamo i vaccinati, i non vaccinati, quelli guariti e i vaccinati con prima dose. Si tratta di una disposizione contraria alla Costituzione.
C’è poi un discorso più ampio: è una norma che va contro le libertà individuali. Le abbiamo avute anche con i lockdown: qui ci dicono ‘Se vuoi uscire di casa devi farti la punturina’. Loro vogliono estendere a tal punto il Green Pass per obbligarci tutti, anche i lavoratori privati. Non fanno altro che farlo diventare un obbligo indiretto: è uno schifo sotto il profilo morale”.

“Non siamo no-vax, ma free-vax”

Io credo che ormai la Lega sia stata asfaltata. Siamo arrivati all’accettazione del Green Pass. Draghi è talmente forte che non aveva neanche bisogno di fare ciò che faceva Conte con gli emendamenti. La Lega mi pare che ormai accetti tutto e questo è molto più conveniente per il sistema, l’obbligo è nascosto. Se dovessimo arrivare ad una situazione di tanti morti, credo che l’obbligo verrà introdotto per dare il colpo di grazia a Salvini. Diciamo che al momento l’obbligo non è in discussione: potrebbe diventarlo in autunno con l’aumento dei contagi e dei morti. Non so se ce ne sarà bisogno, perché se tutti sono comunque costretti a farlo non ha senso l’obbligo. Noi firmatari non siamo no-vax, in tanti sono vaccinati. È solo un problema di libertà, siamo free-vax, contro l’uso che si sta facendo del Green Pass ma non neghiamo il vaccino. Se ci fosse l’obbligo, non firmeremo un consenso e lo Stato dovrebbe risarcirci. Così firmiamo e diciamo che siamo d’accordo: è una cosa assurda! Il consenso informato deve essere libero, qui sei costretto”.