La campagna vaccinale in Israele continua a mostrare forti criticità. Il Financial Times ha sottolineato l’impennata nel numero di contagi rispetto all’altissima percentuale di vaccinati nel Paese. Non solo, “la risposta, che sta lentamente prendendo forma in dati molto contestati“, si legge tra le righe del quotidiano londinese, “è che la protezione conferita dal vaccino a due colpi BioNTech/Pfizer, che Israele ha utilizzato quasi esclusivamente, sembra svanire nel tempo più velocemente del previsto“.
Gli esami del sangue mensili del personale medico, molti dei quali erano stati vaccinati a dicembre“, specifica il giornale britannico, “hanno iniziato a mostrare livelli di anticorpi in calo e cadute significative entro giugno“.

In totale le dosi somministrate in Italia sono circa 75.622.961. Sotto la lente d’ingrandimento la situazione degli over 50, categoria considerata particolarmente a rischio: i dati dimostrerebbero una calo dei numeri della vaccinazione per questa fascia, da qui i nuovi appelli di media e governo ad incrementare la copertura vaccinale. Ma le cose stanno veramente in tali termini?

Alla luce delle nuove informazioni del Financial Times, Fabio Dragoni, giornalista del quotidiano la Verità, analizza i numeri della vaccinazione evidenziando le crepe della narrazione ufficiale. Per Dragoni l’isteria governativa appare del tutto ingiustificata dai dati, mentre si prospettano futuri possibili lockdown per il fallimento dei meccanismo vaccinale. La colpa verrà infine attribuita alla fascia di over 50 che ha scelto di non vaccinarsi. Si evidenzia una strategia politica fondata sull’antica strategia del Divide et impera.

L’intervista ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

“Io sinceramente non capisco questa isteria. Gli over 50 non vaccinati sono 3 milioni e mezzo. L’anno scorso erano 27 milioni di persone, quindi se il vaccino funziona avremmo una platea di persone a rischio che è 7 volte inferiore. Avete ottenuto l’inoculazione di oltre l’87% delle persone.
Ho letto il reportage inquietante del Financial Times. La campagna di vaccinazione in Israele non sta funzionando. Quello che mi ha inquietato è che attualmente in Israele il 50% dei posti letto è occupato da pazienti Covid. Israele ha vaccinato in modo sistematico ed era un esempio. Il governo ora dice: “se non vacciniamo tutti vi chiudiamo”, ma sono stati vaccinati quasi tutti. Allora sei tu a non credere a ciò che dici. Si sta preparando una narrazione: questi richiuderanno tutto e dovranno dare la colpa a qualcuno e la daranno a quei 3.5 milioni di persone che non si sono vaccinate.

Questi vaccini che sono sperimentali, lo dice l’EMA e i contratti stessi stipulati da Pfizer. L’Ema ha dato un’autorizzazione condizionata, le carte non sono tutto apposto e sperimentiamo perché siamo in guerra. Hanno provato a dire che non erano sperimentali. Loro dicono che senza questa sperimentazione non si sarebbero scoperti neanche gli antibiotici o la penicillina ma il vaccino non è un farmaco. Se assumo un farmaco lo assumo perché sto male, se sono in pericolo di vita e c’è un farmaco sperimentale che forse mi può salvare ci provo, ma il vaccino va per definizione ha una persona che è sana, quindi si deve presumere che questa persona ha un livello di tolleranza straordinariamente più basso. Fino a qualche settimana fa chi faceva questi ragionamenti veniva bollato come no vax. Ora stanno cominciando a cambiare la narrazione.

Vi è una strategia di divisione che questo governo sta sciaguratamente portando avanti: dividere, dividere, dividere. Perché dividere sembra essere la tattica migliore nell’immediato per riuscire a governare. Ma attenzione non funziona così. A Pesaro, città piddina, Roberto Speranza è stato ricoperto di fischi e contestazioni. Se c’è qualcuno che vive nella bolla sono quelli là”.