Dati preoccupanti quelli relativi al mondo del lavoro in Italia. In relazione all’Unione Europea, il Belpaese è quello che presenta numeri peggiori per quanto riguarda proprio l’occupazione. Uno scenario terrificante che vede il 13% delle famiglie italiane senza neppure un membro che lavori, di qualsiasi età o sesso. I dati mostrano poi che il mondo del lavoro è bloccato, senza nuovi posti a disposizione: a crescere è solamente il lavoro part time determinato, dunque quello precario. L’Europa, dunque, non crea posti di lavoro a tempo indeterminato.

I lavoratori part time sono sempre più nei vari Paesi europei, con l’Italia che si attesta ad una percentuale di quasi il 20% sul totale degli occupati: solo la Germania ne ha di più. Tragici anche i numeri che riguardano le nuove assunzioni, con l’Italia che risulta essere il fanalino di coda. I neoassunti, sul totale degli occupati, nel 2020 sono risultati essere il 12%: nessun altro Paese ha fatto peggio nell’Unione Europea.

“La gente riceve un lavaggio del cervello mediatico. In economia le persone ricevono un indottrinamento. Per esempio è convinzione di tutti che se non fossimo entrati in Europa le cose sarebbero andate male. Ed è convinzione di tutti che l’Europa abbia difeso i posti di lavoro italiani. Io tante volte vi ho detto che, con una moneta a cambio fisso come l’euro, tu non puoi svalutare (come facevamo con la lira) allora l’unica svalutazione possibile si chiama svalutazione salariale cioè perdita del valore del lavoro e della sicurezza e stabilità del lavoro.

Primo grafico: l’Italia è il Paese con la percentuale più alta di famiglie senza un membro che lavori, di qualsiasi età e sesso. La disoccupazione minima per Legge richiesta dall’Unione Europea è del 9% e questa è una roba che bisognerebbe sollevare: questo è considerato il livello che non farebbe alzare i prezzi. Circa il 13% di famiglie non ha neanche un membro che lavora.
Secondo grafico: quello che cresce più di tutto è il part time determinato. Cresce il lavoro precario. Noi in 20 anni non abbiamo creato un posto di lavoro a termine indeterminato in più in termini di variazione percentuale statistica. L’Europa non crea posti di lavoro a tempo indeterminato: ecco perché sono contro. Questo lager finanziario serve a non creare posti di lavoro a tempo indeterminato ma determinato. L’Unione Europea non è a tutela dei lavoratori. Noi andiamo in un mondo di fragilità in cui l’essere umano è fragile: quel senso di paura questo si traduce nella precarietà del lavoro. Qui non è un discorso di sinistra o destra ma l’Europa non tutela i lavoratori.
Terzo grafico: stiamo andando verso un mondo di occupati part time. Gli occupati part time dal punto di vista psicologico (e altro) sono soggetti più deboli degli occupati a tempo indeterminato.
Quarto grafico: confrontandoci con gli altri Paesi come la Germania, la Spagna, la Francia e l’Olanda qui voglio far vedere il nuovo livello di assunzioni. L’Europa non crea più opportunità per il nostro Paese. Noi, dal 2010 siamo il fanalino di coda rispetto agli altri Paesi. Noi non assumiamo persone giovani”.