Sarà anche ingiustificato parlare di regime di dispotismo ma va tuttavia detto che loro non fanno nulla per evitare che ciò avvenga. Mettono un generale dell’esercito a gestire l’emergenza, introducono la tessera di partito color verde per poter continuare a vivere e a lavorare, introducono il coprifuoco e i bollettini di guerra giornalieri, chiamano senza pudore “disertori e imboscati” quanti non giudichino fedeltà al potere, asserendo che bisogna rendere loro la vita grama. Dicono apertamente che la Costituzione è sospesa, così Paolo Mieli su LA7 il 28 aprile del 2020. Sospendono la libertà e i diritti fondamentali in nome delle ragioni della sicurezza. Ripetono un giorno sì e l’altro pure che siamo in guerra. Istituiscono commissioni per sanzionare quanti osino dubitare del regime di verità prestabilito, chiamando orwellianamente ciò “lotta alle fake news”.
Anziché neutralizzare ogni possibile dibattito con le usuali infami categorie di complottismo e fake news, perché non aprire un serio dibattito polifonico su quello che sta accadendo, se sia dittatura, dispotismo, regime o quant’altro oppure no?
Ah, dimenticavo: il non permettere dibattiti con prospettive diverse da quella che si pretende unica, buona e vera, è anch’esso tipico dei dispotismi e dei regimi. Preparatevi davvero: giacché sarà questo il tema rivelante per giustificare il lockdown autunnale già deciso dagli ierofanti del nuovo capitalismo.
La colpa verrà scaricata dai non benedetti dal sacro siero sempre laudando e si creerà l’effetto Sarajevo oppure un vero e proprio clima da guerra civile.


Il nuovo ordine terapeutico e tecnico-sanitario si fonda sul distanziamento sociale, sui lockdown a singhiozzo, sul controllo bio-politico totale e totalitario, anche mediante l’infame tessera verde, sulla distruzione delle condizioni di vita dei ceti medi e delle classi lavoratrici ridotte ad un’unica plebe senza diritti e senza dignità.
Si rimarrà sempre solo sulla superficie delle cose fintanto che non si sarà capito che si tratta di un golpe globale o per dirla con Gramsci, di una rivoluzione passiva gestita dal blocco oligarchico neo-liberale o di una ristrutturazione planetaria degli assetti fondamentali del modo della produzione e del governo delle cose e delle persone.
I più continuano stoltamente a provare ad orientarsi con categorie riferite al lessico medico-scientifico: costoro non capiscono o non vogliono capire che la questione è primariamente politica, sociale ed economica.
Il lessico medico-scientifico fa solo da sovrastruttura ideologica di giustificazione, occultamento e santificazione della poc’anzi richiamata organizzazione verticistica e autoritaria del modo capitalistico della produzione su scala mondiale.
Per capirlo, se volete, potete immaginare la caverna di Platone con gli uomini in lockdown e in catene: sul fondo della spelonca vedono scorrere i motti desunti dal linguaggio medico-scientifico. Tali motti hanno tutti come obiettivo ultimo il convincere i cavernicoli a permanente stabilmente nello spazio chiuso dell’altro senza alcuna volontà di evasione. Dunque, non chiamatela scienza: è pura ideologia di giustificazione della cattività di uomini e donne condannati al nuovo metodo di governo delle cose e delle persone.

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