“Non lo so se ti guarirò, ma sicuramente ti farò avere una qualità di vita migliore di quella che avrai con la chemioterapia”. A parlare è il professor Giuseppe Di Bella, nei ricordi di un ascoltatore, per la precisione un sanitario, intervenuto in diretta per ricordare la sua leucemia guarita proprio grazie al Metodo tanto bistrattato.

Una terapia ancora alla ricerca della verità, di un riscontro ufficiale nonostante gli evidenti risultati raccolti in tutti questi anni. Le difficoltà che i dottori Di Bella, padre e figlio, hanno dovuto subire le ha ricordate subito dopo la testimonianza dell’ascoltatore anche il direttore Ilario Di Giovambattista: “Di Bella lo hanno fatto passare per stregone: questa è una cosa che mi mandava ai pazzi. Il più grande fisiologo italiano del ‘900 fatto passare per stregone”. Ecco l’intervento in diretta.

Di Giovambattista: “Hanno fatto passare Di Bella per uno stregone”

“Abbiamo in mano queste situazioni, ma perché dobbiamo creare le barriere? Perché? Perché io all’epoca lo scoprii. Adesso non mi va di ridirlo, ma quanto frutta il tumore in tutto il mondo, lo volete sapere? Meglio che non ve lo dico: è praticamente tipo il vaccino. E’ una cosa spaventosa, quanto ci si guadagna sulle terapie. E’ una cosa spaventosa. Però poi le vite sono le nostre. Le vite sono le nostre. Io voglio libertà di cura. Io mi voglio curare con quello, tu mi devi curare con quello.

Di Bella lo hanno fatto passare per stregone: questa è una cosa che mi mandava ai pazzi. Il più grande fisiologo italiano del ‘900 fatto passare per stregone. In Italia abbiamo fatto mezzo passo in avanti? Mezzo? 300mila morti l’anno in Italia di tumore… Lo vogliamo dire che, insomma, queste terapie che ci impongono!

Io torno sempre allo stesso concetto. Se tu una terapia me la imponi, quindi una cosa che tu mi imponi, significa che mi garantisci il risultato. Sennò non me la puoi imporre! Se tu una terapia me la imponi significa che il risultato me lo garantisci, altrimenti io mi curo come mi pare perché è la mia vita. Perché metto in ballo la mia vita. E non sono un numero! Mentre per te sono un numero, che sei abituato a vederne 100, per me è la mia vita. E quelli che mi stanno intorno ci soffrono.

Quindi è questo che voglio dire: unite questi sforzi! C’è bisogno di sette, otto persone in più che possano mettere questi dati sconvolgenti che ci ha dato Giuseppe Di Bella. Chiunque vesta un camice bianco e abbia giurato sul Giuramento di Ippocrate non è che ha il diritto, ha il dovere di informarsi. E di apprendere. Se non lo fai e hai saputo queste notizie, non ti informi, non approfondisci, non studi, per me tu non sei medico, sei un commerciante di vite umane!”.