Non sarebbe il fine, ma uno degli obiettivi, quello di introdurre un’educazione gender nelle scuole per alunni di ogni età. Ma andando con ordine, vediamo innanzitutto in cosa consiste tale cultura gender vista spesso come sfondo del discusso disegno di legge Zan-Scalfarotto: in data 19 maggio sono stati diffusi alcuni documenti destinati agli istituti del Lazio dal titolo “Linee guida strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere”.
Linee guida che non hanno correlazione diretta con il disegno di legge proposto dal deputato dem Alessandro Zan (che comunque prevede l’istituzione di una giornata in cui approfondire l’argomento dell’identità di genere nelle scuole) ma che fanno capire la direzione pedagogica che si vuole intraprendere come la inquadrano Vittorio Sgarbi e il Senatore della Lega Simone Pillon, da sempre strenuo oppositore del disegno di legge detto “contro l’omofobia”.

Il documento recapitato alle scuole del Lazio è stato poi ritirato formalmente per motivi d’immagine dopo aver scoperto che l’istituto “Metafora”, autore del documento, aveva usato impropriamente il logo del San Camillo; ma la storia non finisce qui, e avrebbe anzi secondo l’esponente della Lega, sfumature più ampie, che possono essere riassunte nell’indirizzamento della società verso un pensiero unico.

Non è da trascurare come motivazione utilizzata dalle opposizioni contro il Ddl Zan una certa vaghezza dei termini usati nell’articolo 4, dove si specifica che “è concessa” la libertà di espressione, purché fuori da toni discriminatori.
Nessuno vuole negare una realtà omosessuale“, sostiene Sgarbi: ciò su cui i due concordano è che ad essere in discussione, se la legge passasse definitivamente, sarebbe la libertà di parola.
Ecco l’intervista ai microfoni di Francesco Vergovich.

Pillon: “Aumentiamo le pene, ma lasciamo stare le opinioni”

Il 23 aprile 2021 la polizia di Londra, nella stazione metropolitana di Uxbridge, ha arrestato il pastore protestante John Sherwood, di anni 72, che come tutti i venerdì si era recato lì per predicare all’aperto, in pubblico. Lui ha letto quella mattina il brano del capitolo 1 della Genesi, “maschio e femmina li creò” e poi ha argomentato dicendo che per i cristiani il matrimonio è solo fra uomo e donna.
Due lesbiche che erano lì in piazza hanno chiamato la polizia perché si sono sentite offese da questo discorso, la polizia – guardate il video – è intervenuta trascinando quest’uomo giù dal piccolo podio che si era portato da casa, lo ammanetta strattonandolo e lo porta via come un delinquente. Un uomo di 72 anni. Semplicemente per aver osato dire che il matrimonio è tra uomo e donna.
La legge che è in vigore in Inghilterra, l’Equality Act, è fotocopia della legge Zan. Vogliamo questo? Che le persone vengano arrestate per le proprie idee? Sarebbe una follia.

Ciascuno deve ovviamente rispettare, ma questo già oggi è previsto dalla legge. Ci sono stati casi di aggressioni a persone per il loro orientamento sessuale e i tribunali sono intervenuti applicando l’articolo 61 del codice penale, cioè le aggravanti per aver agito per motivi futili e abietti e hanno applicato pene nell’ordine dei dieci anni per gli aggressori. La Lega ha presentato un progetto di legge insieme al centrodestra che aumenta le pene, se necessario, per gli aggressori. Ma non colleghiamole – vi prego – a reati d’opinione“.

Sgarbi: “I più fragili non sono tutelati”

Ddl Zan? Spero che venga emendato perché non è una legge, ma una moda, ed è un tentativo di disorientare e indirizzare in una visione di pensiero unico il comportamento e le posizioni dei giovani che nella scuola vengono formati a questo modello.
Noi non vogliamo consentirci di negare una realtà omosessuale o negarne la legittimità, vogliamo semplicemente poter dire che il modello della morale, della visione, della società che indica la tradizione cristiana è un modello che non offende nessuno e che ha una funzione formativa per i giovani; che non vuol dire educarli al cristianesimo, ma all’idea di una famiglia che è quella nella quale prevalentemente siamo vissuti, non suggerire loro una serie di questioni le quali non corrispondono a nulla di male, a nulla di sbagliato, ma è qualcosa la cui sensibilità non è ancora pronta a capire in un bambino di 6-7-8 anni, per cui eviterei ogni riferimento a sfere sessuali nelle scuole sotto i quattordici anni, perché esiste il reato di pornografia e di pedofilia.

Dobbiamo tutelare le persone più fragili che non sono solo gli omosessuali, le lesbiche e i transessuali. Sono anche i bambini. E i bambini non devono essere esposti al trauma di una visione del sesso che può essere per loro una contaminazione della sensibilità e delle scelte. Questo per me è l’elemento primario.
Facciano quello che vogliono con le loro leggi, ma non impongano i costumi e i comportamenti omosessuali a dei bambini minorenni. Mi auguro che sia un elemento sul quale gli amici al Senato riescano a porre un limite
“.