Una disputa che ha più di vent’anni, ma che alla luce dei suoi possibili benefici potrebbe valere ogni minuto speso. Parliamo della Terapia Di Bella, e della famosa sperimentazione che ne invalidò gli effetti, sbarrandogli la strada verso l’utilizzo generalizzato nazionale (e internazionale).
L’accusa di aver utilizzato in tale verifica farmaci scaduti, come documentato dai NAS, su pazienti non idonei in stato terminale (ma nonostante ciò superarono le aspettative di vita) pesa come un macigno e tiene la porta aperta a un possibile rispolvero di tale possibilità di cura del cancro.

La sentenza del tribunale civile di Catanzaro che ha accolto a dicembre la richiesta di di avere il finanziamento dallo Stato da parte di un malato oncologico guarito grazie alla terapia è solo l’ultima riscossa normativa del Metodo portato avanti con nuovi studi e campagne divulgative dal Professor Giuseppe Di Bella.
Resta da confutare, per fare il salto definitivo, la discussa sperimentazione del ’99: operazione difficile, ma non impossibile, come riferito ai nostri microfoni dal medico modenese.

Come risolvere il problema? In questo momento non è possibile risolverlo. C’è qualche collega, ma sono ancora molto rari, che qualche collaborazione la sta dando.
Proprio per questo problema alcune patologie non le possiamo prendere in cura, perché ci sono leucemie acute, (per esempio le neoplasie midollari) in cui in certe situazioni è necessaria un’assistenza ospedaliera.
D’altra parte bisognerebbe rimuovere l’ostacolo della sperimentazione. C’è un collega che ha molto approfondito le ricerche sulle banche dati internazionali – è un esperto – e ha suggerito una via che potrebbe essere percorribile perché le anomalie della sperimentazione sono state tali e tante, e l’esito della sperimentazione è talmente contrastato dalle evidenze scientifiche, dalla documentazione che ha ogni componente della terapia e da oltre un migliaio di casi pubblicati.

Questo può comportare con un supporto da parte di esperti – e abbiamo già collaborazioni importanti – a pretendere che ritirino dalle banche dati le conclusioni false della sperimentazione.
Gli possiamo far ritirare tutti i dati sbagliati non scientifici di una sperimentazione condotta al di fuori di tutte le regole internazionali e di qualsiasi evidenza scientifica. Se riusciamo ad arrivare a questo viene rimosso qualsiasi tipo di ostacolo.

E’ importante informare parecchi colleghi, ma anche i ricercatori, perché è fondamentale la collaborazione anche di farmacologi, chimici, matematici, dal momento che la medicina è un compendio di una quantità di scienze esatte. Occorre informarli anche di alcuni aspetti che esulano dal campo puramente scientifico: questa non deve essere una guerra di religione in cui ognuno viene barricato su un determinato campo.
Noi abbiamo assistito a determinate situazioni in cui era necessario avere una riduzione rapida del volume tumorale. Una terapia biologica come questa è potente, ma richiede dei tempi molto lunghi: quelli che non sono stati rispettati nella sperimentazione.
In alcune situazioni c’è una collaborazione possibile e importantissima: tutta una serie di effetti collaterali che può dare la chemio (immunodepressione, raffiche di mutazione, intossicazione) possono essere fortemente ridotti e contenuti da un’applicazione contemporanea o successiva della terapia Di Bella
“.