Varato il nuovo decreto Riaperture, il Governo è alle prese con i malumori che arrivano da associazioni e rappresentanze di categoria. Sono diversi i settori che si aspettavano maggiore velocità nell’abrogazione delle norme che da mesi non permettono a migliaia di lavoratori di operare in modo confortevole. Ma c’è anche chi lamenta una disparità di trattamento nel via libera a una “normalità” ritrovata.

Una voce di protesta in questo senso arriva dalle attività dell’organizzazione di matrimoni, con la presidente della Federmep Serena Ranieri che in diretta ha denunciato come “molte attività commerciali stanno ripartendo già da questo fine mese o nei primi di giugno”. Lo stesso non si può dire per loro, i quali sono costretti ad aspettare la metà di giugno per tornare a lavorare.

Oltre ai tempi, disuguaglianze si registrano anche nei modi. Vale a dire nella maggiore quantità di misure da rispettare per un matrimonio, rispetto a un evento sportivo o di altro genere. “Io posso andare a vedere gli Internazionali di tennis o andare alla festa dell’Inter senza il green pass – ha proseguito Ranieri – mentre devo andare al matrimonio di mia cugina con delle attenzioni così particolari”.

Ecco l’intervento di Serena Ranieri (presidente Federmep) a Lavori in Corso.

“Innanzitutto siamo contenti di aver ottenuto una data di ripartenza, che è quella che finalmente ci aspettavamo con tanta ansia. La immaginavamo un po’ prima, è la verità, perché molte attività commerciali stanno ripartendo già da questo fine mese o nei primi di giugno. Quindi ci aspettavamo una parità. Stiamo lottando affinché la data del 15 giugno diventi quantomeno l’11 perché prenda quel weekend lì che sarebbe fondamentale.

Il green pass è lo strumento che in qualche modo ci ha imposto il Governo per una ripartenza in sicurezza delle nostre feste matrimoniali.

Il protocollo della conferenza delle regioni è un protocollo assolutamente accettabile e Federmep la settimana scorsa ha fatto un evento a Bari per dimostrarlo. E’ un protocollo eccezionale, in sicurezza. Cioè ci garantisce di non essere fonti di cluster o di contagio. Anche perché dico sempre che non possiamo essere noi gli untori della situazione, visto che sono 15 mesi che siamo chiusi. Quindi se il Covid c’è ancora evidentemente non è colpa nostra.

C’è una disuguaglianza tra aziende, il nostro settore è particolarmente martoriato e avremmo bisogno di un po’ più di attenzione.

Non è una questione di costo, quanto più una questione di fastidio, un’imposizione. Qualcuno ti impone qualcosa che non è perequativo nei confronti delle altre attività. Io posso andare a vedere gli Internazionali di tennis o andare alla festa dell’Inter senza il green pass, mentre devo andare al matrimonio di mia cugina con delle attenzioni così particolari. Quindi non è una questione economica, ma di concetto.

Però questo è il terreno che ci ha destinato il Governo per il momento, noi stiamo chiedendo un check point veloce. Nel senso che, va bene così, ma fateci ricominciare i primi di giugno. E facciamo in modo, a fine giugno se la situazione è migliore, di rivedere questi modelli e magari di eliminare il green pass già da fine giugno, inizio luglio. Così come aprono le fiere e i congressi senza queste limitazioni, che riparta anche il settore dei matrimoni dal primo di luglio senza green pass. Queste sono le richieste che stiamo cercando di fare”.