Quante volte vi siete chiesti: “Sì, ma in pratica come possiamo cambiare le cose?
Il problema della distinzione tra scienze teoretiche, cioè dell’anima e il loro rapporto con la realtà materiale è un dilemma che va avanti sin dalle epoche dei primi pensatori.
Sin da Platone, a Max Weber, passando per Aristotele, si è ritenuto che queste discipline fossero distanti, che parlassero lingue diverse dalla “vile meccanica”, e che queste fossero superiori e distaccate dalla realtà fattuale.
E se in realtà le scienze del pensiero non solo siano strettamente collegate a quelle pratiche, ma di più, fossero ben più pratiche di queste ultime?
E’ un discorso, quello dell’economista Valerio Malvezzi, che costituisce la chiave di volta del cambiamento, quello vero. Perché se “tutto scorre” nella vita quotidiana di tutti noi, occorre conoscere il principio di questo cambiamento: sia per comprendere il passato, che per cogliere il futuro.
Scopriamo di più nella terza puntata di “Discorsi sull’Economia Umanistica”.

La maggior parte di coloro che per primi filosofarono, ritengono che i soli princìpi di tutte le cose fossero quelli di specie materiale, perché ciò da cui tutte le cose hanno l’essere, da cui derivano, e in cui alla fine si risolvono, pur rimanendo la sostanza ma cambiando nella sua qualità, “questi” – essi dicono – “è l’elemento. Questo è il principio delle cose”, e perciò ritengono che niente si produce e niente si distrugge poiché una sostanza siffatta si conserva sempre.
“Non ci si può bagnare due volte nella stessa acqua”, dice Eraclito, “tutto esiste in quanto scorre, in quanto cambia”.

Questo concetto del pensiero e della materia è molto legato al concetto di economia: in fondo “materia” deriva dal latino “mater”, che vuol dire “madre”. Aristofane nel mito delle metà del Simposio di Platone dice: “Gli uomini erano esseri perfetti, ma Zeus, invidioso di tale perfezione, li spaccò in due”.
Questo concetto del dualismo lo troviamo qui a Roma: basta andare a vedere la Cappella Sistina, dove ci sono le due dita di Dio e Adamo che si toccano. Se guardate quell’immagine vi ricorderà una sorta di cervello umano: come se l’uomo e il divino si toccassero all’interno del cervello dell’io.
In quell’affresco ci sono 12 angeli. Uno è diverso dagli altri: non è biondo, non è aggraziato e ha un volto sofferente. E’ proprio quello che si trova sotto il voto di Dio, ha la testa piegata quasi come fosse spezzata.
Michelangelo aveva conoscenze di impiccagione?
Nella sua biografia scritta da Don Miniato Pitti è scritto così: “La sua prima esperienza duratura del mondo fu un assassino impiccato per la gola”. Questo assassino pare fosse Jacopo Pazzi, e pare che Michelangelo Buonarroti assistette all’impiccagione a soli 3 anni, ancora in collo alla madre.

Questo concetto del dolore, della materialità, che è presente in economia, ricorre nella distinzione tra la fisica tradizionale e la fisica quantistica.
Nella fisica tradizionale tutto sembra reale. Ma se noi studiassimo la realtà in termini di atomi, sappiamo tutti che c’è un nucleo con protoni ed elettroni.
Se ritornassimo a quel mito della mela di cui parla Platone, quanto sarebbe la distanza alla quale girerebbero gli elettroni se il nucleo fosse delle dimensioni di una mela? La risposta è: circa un chilometro.
Lo spazio quindi è fatto di vuoto. Allora cosa rende solida la sedia in cui sono seduto?
Max Planck, padre della fisica quantistica, quando sale sul palco a prendere il premio nobel per la fisica, dice una frase che sconvolge la platea: “La materia non esiste. Tutto è vibrazione”. Nel 1944 lo stesso Planck, prima di morire scrive: “Posso dirvi almeno questo a proposito delle mie ricerche sull’atomo: la materia non esiste. Tutta la materia non esiste che in virtù di una forza che fa vibrare le particelle e mantiene questo minuscolo sistema solare dell’atomo. Possiamo supporre, al di sotto di questa forza, l’esistenza di uno spirito intelligente e cosciente. Questo spirito è la ragione di ogni materia”.

Dove voglio arrivare?
Tutto le ricchezze, la crematistica, la finanza, quella che oggi è la visione di tutti i telegiornali della sedicente economia (borse, Spread e via discorrendo) in realtà è un mondo che non c’è.
Perché non c’è? Perché se la materia non esiste, io, che mi sono occupato tutta la vita di economia, forse mi sono occupato del nulla.
Allora dietro queste apparenti certezze, cioè il cigno nero di cui vi parlano, il coronavirus, il cambiamento dell’economia ecc… ci sono questi pensieri millenari dell’uomo, cioè che nulla si crea e nulla si distrugge. E quando noi creiamo qualcosa è perché siamo un’immagine, uno specchio: l’immagine del pensiero. Io creo qualcosa semplicemente pensandola.
Nulla è più pratico del pensare, perché il pensiero è creazione
“.