Inizia una nuova settimana, la prima delle tre che dovranno passare in confinamento per poter vedere poi se queste misure hanno un qualche risultato. Purtroppo però non possiamo farne a meno. Non possiamo farne a meno perché si è tollerato per troppo tempo che le misure non fossero severe. Non ci sono molti modi per uscire dalla pandemia. Noi ne conosciamo sostanzialmente tre.

Il primo è quello che si è cercato di applicare, cioè quello di fare un isolamento che poi abbiamo chiamato lockdown. Sappiamo per certo che funziona e addirittura può azzerare le pandemie, se viene fatto in maniera molto severa. Come per esempio è stato fatto in Cina, dove oggi non ci sono più sostanzialmente contagiati e tantomeno morti e ricoveri in terapia intensiva. Questo stesso confinamento è stato fatto in posti isolati, come in Australia o in Nuova Zelanda, dove è più facile però controllare effettivamente gli ingressi delle persone.

Poi c’è un altro modo: quello di lasciare andare avanti la pandemia perché colpisca tutti e quindi poi tutti divengano immuni. Questo gli uomini lo hanno subito ai tempi della spagnola, pagando però un prezzo di 50 milioni di morti e avendo tutta la nazione contagiata. Dunque, dopo la seconda ondata, non ce n’è stata una terza.

Per fortuna siamo riusciti a mettere in campo qualche cosa di intermedio che permetta di non perdere così tante vite e di uscirne fuori. Parliamo cioè del vaccino. Quell’immunità si chiama immunità di gregge vaccinale, e la si ottiene quando abbiamo vaccinato la maggior parte della popolazione. Il modello moderato di lasciar andare la pandemia non ha funzionato nemmeno in Svezia, figuriamoci se funziona in un altro dei 200 e passa paesi del mondo che infatti, non a caso, non lo hanno utilizzato.

C’è anche la possibilità che questo virus risulti alla fine endemico, se riesce a sfuggire ai vaccini e a mutare troppo. Ma in questo caso, lo suggeriscono gli autori delle riviste scientifiche, avresti potuto proteggere la popolazione più debole e lasciar spargere l’epidemia se questa non facesse danni nel resto della popolazione. Ma con questa pandemia, in realtà, questo non accade. Vengono colpiti, soffrono, vanno in terapia intensiva e muoiono anche i più giovani di 80 anni. Dunque non ci sono scorciatoie.

Adesso bisogna che stiamo tranquilli fino a che non si raggiunge, con il vaccino, quella immunità che in altri tempi sarebbe stata naturale rispetto alle pandemie. Ma che oggi noi come individui, non come specie, non possiamo più sopportare perché comporta un numero intollerabile di morti e di sofferenze. Non è un’influenza: è molto più contagiosa, molto più letale.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi