Governo al lavoro sul decreto che dovrà entrare in vigore il 7 aprile, cioè subito dopo la scadenza di quello attualmente vigente. In questo senso, sulla linea da tenere nei confronti delle chiusure, si sono già registrati alcuni scontri in seno alla maggioranza.

A prevalere infatti sembra essere, un’altra volta, il fronte rigorista con la cabina di regia di Palazzo Chigi che oggi avrebbe escluso un ritorno alla zona gialla. Ma la decisione, oltre alla curva epidemiologica sempre in costante attenzione, potrebbe anche essere presa in base alle garanzie che arriveranno dal fronte della campagna vaccinale. Dopo il ritardo nelle consegne da parte delle case farmaceutiche e il caos instauratosi con il caso AstraZeneca, l’obiettivo che viene dichiarato adesso è quello di raggiungere le 500 mila iniezioni al giorno.

Un punto messo a fuoco anche dal deputato Luigi Marattin, che intervenuto in diretta ai microfoni di Luigia Luciani e Stefano Molinari, ha commentato lo stato dell’arte su covid, economia e tensioni sociali all’orizzonte.

Ecco l’intervista all’On. Marattin in diretta a “Lavori in corso”.

“Obiettivo 500 mila vaccini al giorno”

“Basandosi su quello che c’è, con i fornitori attuali e con le forniture o in arrivo o programmate, tu hai la capacità per somministrare quel tipo di vaccini, mezzo milione al giorno. E in pratica come accade? Come saliamo da 200.000 a 500.000 nello spazio di pochi giorni o poche settimane? Questo è il compito che sta svolgendo benissimo il generale Figliuolo.

“Qualcosa di strano è successo con le forniture di vaccini”

“Io dico che qualcosa di strano è sicuramente successo con queste forniture di vaccini: lo scopriremo chissà tra quanti anni. La storia ci dirà in che modo sono stati accaparrati questi vaccini. L’Italia è da vent’anni che accumula un gap di crescita con tutto il mondo, non è che possiamo permetterci che mentre gli altri hanno già risolto la pandemia noi stiamo ancora a raccontarcela. Quindi per noi in Europa è ancora più urgente muoversi, perché siamo noi ad avere un gap ventennale nei confronti di tutti”.

Paura di rivolte sociali?

“Qualche volta ci siamo andati vicino, come qualche mese fa a Napoli. Certo, ho paura che possa succedere perché la gente non ce la fa più. Tutti noi, nel nostro piccolo, cominciamo veramente a non poterne più. Il rischio c’è. Io sono convinto che non si possa andare oltre aprile, con la speranza anche che come accadde l’anno scorso in maggio il virus abbia molta meno forza. In più continueremo anche con i vaccini, quindi sono abbastanza fiducioso che aprile sia l’ultimo sforzo. E direi che lo deve essere perché da ogni punto di vista, da quello psicologico a quello sociale, questa storia non può durare ancora tanto”.