Sono passate poche settimane da quando il PNRR, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri. Si tratta del Recovery Plan, ovvero del piano in cui viene indicato come verranno spesi i soldi del Recovery Fund.

Quanta confusione in questi mesi: questi soldi ci sono o non ci sono? A quali condizioni ci giungono dall’Unione Europea? Li dobbiamo restituire?

Il Professore Valerio Malvezzi ha risposto per noi in diretta a tutte queste domande. In questo video spiega chiaramente non soltanto in che cosa consista realmente il Recovery Fund, ma anche, e soprattutto, la lista di motivi per i quali attingervi sarebbe per noi una vera e propria rovina.

Lo ha detto in diretta a ‘Un giorno speciale’.

“I Recovery Fund sono due cose: o prestiti o contributi a fondo perduto.

Cominciamo dai contributi a fondo perduto: segnalo che dal 2028 Babbo Natale torna e dice ‘senti adesso mi devi pagare i regali’. Cioè è un contributo a fondo perduto per 7 anni. Uno strano concetto di contributo a fondo perduto. E chi lo deve pagare? Ci sono due ipotesi. La prima: contributi degli stati membri all’Unione Europea. Dato che la moneta la fanno le banche centrali e che i contributi sono dell’Unione Europea, pagano gli stati membri con le tasse dei cittadini. Cioè siamo noi che paghiamo. Ipotesi numero due: tasse comunitarie. E chi le paga? Noi. Siamo sempre noi che paghiamo. Non serve spiegare altro: i contributi a fondo perduto sono soldi che noi prendiamo dal nostro portafoglio, li diamo all’Unione Europea perché l’Unione Europea attraverso bandi ce li faccia spendere come decide lei.

Io la chiamo inc**ata. E non capiso perché devo pagare per averlo. Io coi miei soldi voglio farci quello che voglio io, non quello che decidono gli altri dicendomi anche che è un regalo che poi devo pagare.

Per quanto riguarda i prestiti: perché non prenderli? Per la stessa ragione. Lo dobbiamo ripagare e tra l’altro a interesse. È tutta una enorme fregatura ed è tutto un grande inganno. Noi dobbiamo comunque ripagare con i nostri soldi e in più ci vengono a dire che cosa dobbiamo farne.

Non sono regali, né i contributi a fondo perduto né i prestiti. Cambiate la parola riforma, mettete inc**ata e poi ditemi se è veramente un regalo”.