L’emergenza prosegue sui timori della gente, l’allarme tiene banco sulle principali testate del Paese. Dopo mesi interi passati a convivere con le misure emanate dal Governo in contrasto al coronavirus, in molti continuano a sostenere la linea del rigore. A chiedere senza sosta divieti e chiusure sono, tra gli altri, anche i virologi che di più presidiano i salotti televisivi e le prime pagine dei quotidiani.

In conseguenza a questa ben precisa linea comunicativa, fondata sull’allerta e che procurerebbe panico in larga parte della popolazione, qualcuno ha deciso di muoversi per vie legali. E’ notizia di oggi infatti che Paolo Bianchini, fondatore di Mio Italia – Movimento Imprese Ospitalità, ha depositato un esposto presso la Procura di Viterbo “contro i virologi che creano panico e paura a titolo personale”.

Per approfondire le motivazioni della sua azione legale, Francesco Vergovich ha intervistato Bianchini in diretta, in compagnia di Marco Antonellis. Questo il suo intervento a Un Giorno Speciale.

Denuncia per allarmismo infondato

“Abbiamo depositato un esposto querela per un fatto oggettivo che abbiamo riscontrato il 2 gennaio, ovvero quando il professor Pregliasco ha detto sulla stampa che ci saremmo dovuti dimenticare pranzi e cene fuori per tutto il 2021.

Noi abbiamo bisogno di capire se esiste un riscontro obiettivo, dimostrato dal Comitato tecnico scientifico o comunque da qualche supporto scientifico, oppure questi virologi continuano ad andare in televisione a creare panico e paura a titolo personale.

Siamo stati costretti a fare questa roba perché va messo uno stop a questa comunicazione che crea allarmismo generale nella popolazione”.

Governo contro il verbale del Cts

“E naturalmente abbiamo necessità di tutelare le nostre aziende perché in questo momento ormai hanno capito tutti che nei bar e nei ristoranti il rischio di contagio non c’è, se si rispettano i protocolli. Tanto è vero che dall’indagine della Regione Lombardia l’1% nemmeno si è contagiato all’interno dei nostri bar e ristoranti.

Ma il famoso verbale del Cts diceva chiaramente che bar e ristoranti potevano tranquillamente lavorare a pranzo e a cena. E il Governo invece ha preso una decisione totalmente opposta, chiudendo i bar e ristoranti dopo le 18.00 dal 25 ottobre in poi. Senza tenere conto di quello che diceva il Cts”.

“Più attenzione per i virologi che per i ristoratori”

“Ci sono delle trasmissioni che hanno molta più attenzione nei confronti di quello che dice un virologo rispetto a quello che dice un ristoratore. Ma oggi siamo nel pieno della discussione sui vaccini, quindi avere un ristoratore che contesta il clima di paura e di terrore che a tutto l’effetto contrario sui cittadini, va contro alcune linee editoriali che condizionano le ospitate”.