Ha vinto Conte e ha perso Pirlo.

Inter come si poteva prevedere, tosta, astuta, pronta a sfruttare le assenze dei tre titolari bianconeri, senza nemmeno sudare più di tanto.

Juventus da bandiera bianca, lenta, stanca, scontata senza idee, con le scelte sbagliate di Pirlo che ha schierato Rabiot assolutamente inutile nella zona di Vidal, ha ritardato i cambi riuscendo a disporre Chiesa  Bernardeschi entrambi sulla sinistra e richiamando l’unico centrocampista lucido, Ramsey per lasciare in campo Bentancur sempre più indisponente.

Orribile la prova di Ronaldo, nervosa quella di Morata mentre va lodato lo stoicismo di Chiellini con Lukaku.

Il primo gol, quello di Vidal, può anche essere giustificato anche se il cileno ha goduto di ampia libertà in ogni zona del terreno “sentendo” la sfida contro la sua vecchia squadra al punto che non ha festeggiato il gol.

Il raddoppio di Barella ha smascherato la latitanza difensiva juventina, un lancio di cinquanta metri di Bastoni ha trovato l’ex cagliaritano solo nella zona di Frabotta che era distratto a raccogliere i ciuffi d’erba e intontito dalle sortite di Hakimi. Il resto è stato allenamento interista e tramonto juventino.

Ora si dirà e si scriverà degli assenti ma in verità il problema sono i presenti, nessuno escluso in una serata che non ha ancora tolto lo scudetto dalla maglia dei campioni ma che consegna a Conte la possibilità di godere del primato almeno fino a oggi, quando il Milan affronterà il Cagliari.

Alla Juventus resta la speranza di battere il Napoli ma non nella prossima Supercoppa, vista le esaltante condizione degli uomini di Gattuso, ma nel recupero della famosa partita Covid. Nel caso di vittoria la squadra andrebbe a meno quattro dalla stessa Inter. Ho scritto apposta la squadra, perché quella attuale non è la Juventus e Pirlo guida il gruppo degli sconfitti, con lui chi lo ha scelto come allenatore.

Tony Damascelli