Sarà stata colpa di quel sole caldo che alle ore 15.00 splendeva su Benevento, ma il primo tempo della partita non è stato divertente. Almeno per me, e per la visione che ho del calcio.
Si è giocato a ritmi piuttosto lenti. E nonostante ciò, alcuni giocatori, come Moncini del Benevento e Medel del Bologna, hanno subito degli infortuni; che a uno sguardo dalla tribuna, son sembrati abbastanza importanti.
A Moncini è subentrato Lapadula. Erano passati appena 15 ‘. Qualche minuto dopo si siede nel campo anche Medel, che al 19’ deve essere sostituito da Danilo, che per la prima volta nella sua carriera, non è partito titolare.
Veder piangere Medel, ci ha dimostrato che anche i duri (e non solo i ricchi) piangono. E ce lo hanno reso più vicino al cuore. Perché i tifosi, sappiamo anche essere ‘umani’ ed empatici.

Al 28’ di gioco, Barrow, con una finta magica fa fuori tre difensori del Benevento. Poi prova a fare l’azione del secolo, tentando di saltare anche Montipo’ e fallisce come un dilettante. Il portiere novarese, gli toglie letteralmente il pallone dai piedi . Oggi è stata la sua giornata di grazia.

Nei primi 45’ in campo non s’è visto nulla di speciale. In sostanza, il Benevento è stato dominato pur se non in modo netto, dal Bologna. Ciò è servito però, a far mettere in luce il portiere Montipò, che ha salvato due gol già fatti.

Il giovane, è sembrato finalmente aver metabolizzato in parte il passaggio dalla serie B alla serie A. Ha imparato, per esempio, a rinviare con minor ansia, e soprattutto col piede giusto sulla giusta zona; visto che nelle due partite giocate antecedentemente, ha commesso due errori che poi son costati due gol.
Più possesso di palla e più pericoloso quindi il Bologna nel primo tempo.

Nel Benevento si è notata ancora, e in modo più evidente, la mancanza della classe nitida e geniale di Nicolàs Viola, i suoi cambi di ritmi, le sue veloci intuizioni, i suoi tiri pericolosi, ad effetto e collo pieno da fuori dell’area, i suoi passaggi ora stretti ora lunghi 40/50 metri e la sicurezza che infonde ai compagni di reparto e a tutta la squadra. Ionita, Schiattarella ed Hetemaj, pur se grintosi e mai domi, in queste tre partite hanno dato il massimo senza risparmiarsi, ma nel contempo, lasciato troppo spazio alle incursioni dal centro degli avversari.

Al 62’ entra Sau al posto di Caprari e Dabo al posto di Hetemaj per il Benevento.

Al 63’20” Caldirola, dalla sua sinistra, lancia lungo a tagliare il campo sulla destra. Iago Falque, alla sua prima partita col Benevento, stoppa bene e come si suol dire ‘a piede inverso’ entra nell’area del Bologna, poi tira sull’angolo più lontano da sé , ma il pallone esce fuori.

Al 65’ un altro giocatore di grande grinta, Letizia, colpisce una palla in modo strano, di quelle che alcuni portieri non sanno distinguere bene fra cross o tiro in porta e per poco non fa gol a Skorupski, che all’ultimo è costretto a mettere in angolo, arretrando.

Al 66’ calcio d’angolo di Sau, il pallone arriva in area a Lapadula che con garra si divincola da Hickey e con un calcio non perfetto invia in fondo alla rete il pallone. Gol meritato per questo calciatore che sul campo lascia sempre l’anima.

Al 67’ sostituzione per il Bologna: entra Denswil per Hickey e Orsolini per Olsen.

Al 70’ su calcio d’angolo gol del Bologna. L’arbitro dopo aver consultato la Var e il Var, annulla.

Al 73’ entra Tuia al posto di Falque e Improta di Ionita.

Al 78’ entra per il Bologna Vignato al posto di Svanberg

Al 79’ Schiattarella prende un cartellino giallo

All’81’ Vignato che ha dato maggior peso agli attacchi del Bologna mette un pallone sulla testa di Barrow che davanti a Montipo’ manda sopra la traversa. Forse l’uscita di Montipo’ è stato l’unico errore della sua partita.

All’82’ cartellino giallo per Foulon che ha dato tutto e da qualche minuto inizia a sentire crampi.
All’88 ancora Montipò a salvare su tiro di Sansone.

Il Benevento dopo l’ansia finale vince per 1 a 0 in un secondo tempo più frizzante.
In conclusione,al Benevento, in questo momento interessano i punti. Il campionato è all’inizio e Pippo Inzaghi, Foggia e Vigorito, sono uomini forgiati e temprati alle imprese più ardue.

Mimmo Politanò