Ho in più occasioni spiegato le ragioni del mio No alla proposta di taglio dei parlamentari oggetto del referendum di questo settembre 2020. In estrema sintesi, ritengo che solo in astratto la ratio di questo taglio sia economica.

Si dice che tagliando il numero dei parlamentari si risparmieranno soldi della spesa pubblica. In verità la ragione non è di tipo economico, ma di ordine squisitamente politico.

È proprio della logica del potere finanziario turbocapitalistico dissolvere la politica, depotenziarla per poter sottrarre l’economia finanziaria stessa alla presa di ogni controllo democratico della politica.

Minore sarà la portata della politica, quindi il numero dei parlamentari, maggiore sarà la potenza dell’economia stessa libera da interferenze.

Non stupisce che al referendum voteranno il Movimento 5 Stelle, il Partito Democratico, la Lega e Fratelli d’Italia. È l’alternanza senza alternativa, i partiti esistenti non sono altro che moltiplicazioni del medesimo: la ragion liberista. Ecco perché si trovano tutti concordi e unanimi nell’approvare ciò che la finanza desidera.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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