Oggi, al Vigorito di Benevento, mi è bastato vedere qualche spettatore in tribuna, per ri-sentire un’emozione che avevo quasi dimenticato, in questo ancor interminabile confino animico, cui il covid 19 e l’incapacità, o peggio, l’incuria, della politica sanitaria mondiale, ci sta per ora condannando.
Benevento-Inter senza virus, sarebbe stata certamente, una festa del calcio; con i colori della Strega ancor più vibranti del solito; perché potenziati dall’effetto del rosso che incontra il suo verde complementare nel terreno di gioco; e del giallo di cromo a strisce, a far invidia ai raggi del sole.

I valori nel calcio, però, come nella vita, d’altronde, corrispondono(oggi più che mai) alle capacità economiche delle squadre. Il Benevento, in questo momento, secondo me, non può gareggiare alla pari con la ricca Inter dei cinesi, se non sul piano della buona volontà. I valori tecnici e atletici, nonostante l’impegno dei giocatori di Inzaghi, alla fine del primo tempo, già si erano visti. Dopo appena 28 secondi gioco, Kolarov (irriconoscibile con i capelli scuri) fa un passaggio che taglia da sinistra a destra il campo, per Hakimi; il quale passa a Lukaku, che di destro e senza troppa fatica, segna il primo gol della partita.

Chi ha giocato a calcio conosce quanto possa essere invalidante l’emozione, finanche per il miglior giocatore, che però non riesca a controllare il debordante cortisolo, che inonda le vene e taglia le gambe, le indurisce come pezzi di legno, solo al pensiero di trovarsi come avversari i propri idoli di qualche mese prima. La Serie A richiede tempo, sudore e nuova consapevolezza: anche dei propri limiti.

Il Benevento al 5’.30’’ perde un’occasione con Insigne, poi con Moncini e al 13’ con Ionita. Sanchez fa vedere quanto sappia essere ancora pericoloso, mentre Pippo Inzaghi incoraggia i suoi. Barba salva due volte e poi Montipò. Gagliardini fa quello che vuole a centrocampo. Domina incontrastato, calmo, preciso, e fa sparire Schiattarella, Ionita e Dabo in un solo colpo, per poi, al 24’10” circa, smarcatosi intelligentemente e lasciato ancora da solo, colpisce di controbalzo sinistro e fa un meritatissimo gol.
In seguito, ennesimo errore del giovane Montipò che non ha superato ancora il complesso d’inferiorità nei confronti dei suoi colleghi della Serie A e commette uno sbaglio identico a quello della partita precedente con la Samp. Lukaku, approfitta e segna ancora.

Al 33’ Caprari, non ancora in forma perfetta, riesce a segnare un ottimo gol. Moncini tenta di sfuggire a due dell’Inter ma Hakimi, gela tutti con un bel gol e una velocità esagerata per il difensore del Benevento. Gagliardini poggia una palla sulla testa di Vidal che non pensa per nulla alla sua cresta apache e colpisce quasi a ricordare alla Strega, che stavano solo risparmiando energie. Il secondo tempo ha poco da dire dal punto di vista del gioco. L’entrata di Letizia dà un po’ di brio sulla fascia destra, Caprari fa la sua prima doppietta, ma l’Inter con calma ne fa

Il momento più bello di tutta la partita, è stato quando sul 5 a 2 per l’Inter la tifoseria del Benevento si è messa a cantare come nei momenti migliori della stagione scorsa. Ha dimostrato che il tifo sano è soprattutto consapevolezza non solo dei propri valori ma anche di quelli degli avversari. Complimenti a Pippo e ai suoi, in ogni modo, perché non mollano mai e sanno che partite come queste, di solito servono solo a fare esperienza.

Mimmo Politanò