Fuzato, Calafiori, Frabotta, Zanimacchia…serve altro? A farla sembrare una partita autentica c’è il fatto che fischia Rocchi: non sembri un paradosso, è che i ricordi che il nome del direttore di gara evoca hanno uno spessore agonistico ben diverso da questo rodaggio reciproco andato in scena all’Allianz. 

Uno squalo in mezzo ai tonnetti: questa la sintesi del gol di Higuain, con il sapiente tocco sotto misura di Rabiot e tanto disorientamento da parte dell’inedita linea difensiva giallorossa. Una torsione di testa quasi alla Rizzitelli, per chi ricorda quel modo di impattare la sfera, porta all’uno a uno firmato da Kalinic. 

Partita un po’ più autentica, soprattutto nei toni agonistici, nella seconda parte del primo tempo, quando la Roma meriterebbe il vantaggio e, di fatto, lo avrebbe anche messo a segno con una soluzione balistica estemporanea dalla distanza di Calafiori: gol annullato per l’uscita della traiettoria della palla in occasione della battuta del corner. Il vantaggio romanista, proprio grazie a Calafiori, arriva comunque: aggancio, dribbling, impatto su Danilo che, di fatto, lo stende. Rocchi non esita nemmeno un centesimo di secondo e Diego Perotti dal dischetto batte un intuitivo Szczesny. 

Zaniolo? Un primo tempo di corsa e di sacrificio; poi si accende a ridosso dell’ora di gioco e, con una veronica di stile adamantino, guadagna il mezzo metro di vantaggio da cui nasce la progressione impressionante, con mezza Juventus che gli arranca appresso. A ridosso dell’area, invece di mettersi in proprio sceglie di inventare un corridoio da “terzo occhio” per favorire la doppietta di Perotti. Gran gesto tecnico, ma anche diplomatico e politico, se si capisce il senso di questi aggettivi. 

Parte a quel punto, a cominciare dallostesso Zaniolo, la ridda degli avvicendamenti. Quasi una rimpatria da “Compagni di scuola”, con gente che non si vedeva da una vita, come Santon, per esempio. Alla fine anche, col solito sorrisino di sufficienza che lo accompagna nelle ultime sporadiche uscite, Justin Kluivert. 

Si ride in panchina, si fuma con Sarri in tribuna; il solo Fonseca continua a impartire dettami tattici e a richiamare al rispetto delle distanze. Quando cade l’ultimo granello dalla clessidra del recupero, all’unisono col terzo trillo di Rocchi, in una serata sperimentale e velleitaria per la classifica, i giallorossi assieme ai tre ininfluenti punti portano a casa un pezzetto di almanacco: la Roma all’Allianz assaggia la dolcezza della prima volta

Paolo Marcacci