Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 31 ottobre, ma per quale motivo? La situazione sanitaria odierna giustifica un’ulteriore misura che non risolve la sofferenza economica e produttiva del paese? In Parlamento si è discusso molto in questi ultimi giorni, con gli italiani divisi in pro e contro.

Enrico Michetti è intervenuto a ‘Lavori in Corso’ sull’argomento, per fare un’analisi dal punto di vista tecnico del nuovo provvedimento. Secondo il Professore, non c’è motivo di prorogare qualcosa che non c’è, a meno che questo non serva per ottenere fondi dall’Europa, però rischiando di affossare il paese.

Neanche l’emergenza accetta di bypassare certe regole

La norma per lo stato di emergenza, messa nella legge che costituì la Protezione Civile, dice che questo era attuabile solo nell’emergenza che oggi non c’è.
La proroga non è giustificata dal punto di vista costituzionale, l’emergenza si dichiara quando gli strumenti ordinari dello Stato non riescono a gestire una situazione di crisi: ad esempio se c’è la necessità di ripristinare le strade o i ponti urgentemente e gli strumenti ordinari non riuscirebbero a farlo.

Avendo esorbitato il tempo previsto dalla legge per l’emergenza, Conte è dovuto per forza andare al parlamento, altrimenti avrebbe violato la legge. Neanche l’emergenza accetta di bypassare certe regole. Altrimenti dovremmo riscrivere la Costituzione

La garanzia della democrazia è il parlamento, e se il parlamento decide di confermare uno stato di emergenza che non esiste è il parlamento che uccide la democrazia, non Conte.

Tutti i dpcm, essendo atti amministrativi, potevano essere impugnati davanti il Tar. Potevano e dovevano farlo.
Qui stiamo discutendo il concetto di emergenza, e se oggi gli strumenti ordinari stanno ripristinando lo status quo, non c’è bisogno di altro. Volete far chiudere gli ultimi esercizi commerciali e turistici? Se diamo all’estero l’immagine di un paese che non riesce a dominare una situazione con gli strumenti ordinari. La giustificazione dello stato di emergenza è per chiedere quei soldi all’Unione Europea.

Qui la situazione è più seria di quella autoritaria di Orban, lì almeno c’era davvero un’emergenza per chiedere pieni poteri. Penso che Conte sia inconsapevole, per inesperienza. Ieri Conte ha elencato 5 punti, giustificando l’emergenza; ma quei punti possono raggiungersi tranquillamente con dei decreti. Io non li avrei mai sottoscritti, e li pagheremo in futuro.

Queste sono posizioni sostenute da dati oggettivi di natura tecnica, non c’è dietro uno schieramento politico. Oggi si dovrebbe abbandonare questo discorso sullo stato di emergenza e si dovrebbe pensare ad un progetto per il paese, ma in modo dettagliato. Serve un piano che cambi il paese. Se non siete capaci, fatevi da parte”.


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