Due contagi in Sardegna dovevano costituire un pericolo straordinario per annoverarla nella zona rossa Italia.

Nel paese dei provvedimenti abnormi, sproporzionati, irragionevoli, illogici, immotivati ed assunti con atti amministrativi spacciati per atti politici, non potevano mancare certamente gli obblighi di dimora coatta per tutto il territorio nazionale.

Anche se si fosse usata la maschera antigas e la stessa tuta indossata a Chernobyl per limitare il disastro nucleare, sarebbero sopraggiunti i gendarmi al minimo accenno di mobilità esterna.

Mentre la televisione di Stato impartiva ordini e disciplina i droni volavano indisturbati come dei caccia nei loro voli di ricognizione, piombando senza pietà sugli indisciplinati. Nessuna contraerea purtroppo.

Le regole d’ingaggio, stabilite con dpcm, autorizzavano voli radenti ed improvvise picchiate all’indirizzo del presunto ribelle. Il drone procedeva quindi, all’inseguimento con richiami acustici segnalando alle forze terresti la presenza dell’intruso onde procedere in forze all’accerchiamento.

Giova precisare che gli atti politici sono generalmente quelli emanati da organi collegiali elettivi. Giammai gli atti amministrativi emanati in attuazione di un provvedimento legislativo. Quando poi, gli atti amministrativi vengono addirittura redatti in assenza di una norma di legge a cui far riferimento, ovvero si sostituiscono a quest’ultima allora ci troviamo dinanzi ad atti palesemente illegittimi.

Nella confusione generale si rinvengono ministri che invece di tracciare un illuminante punto d’incontro tra il percorso formativo e l’accesso al mondo del lavoro, perdono il sonno nella cura delle dimensioni dei banchi e della loro mobilità, incombenze generalmente assolte da un economo persino in un comune di mille abitanti.

Nel frattempo la stampa condanna alla gogna mediatica i politici che hanno legittimamente usufruito del bonus dei 600 euro.

Il legislatore che si sarebbe  dimenticato di porre un limite all’accesso al beneficio oggi si indigna dinanzi a coloro che hanno esercitato legittimamente un proprio diritto nel pieno rispetto della legge.

Il comportamento corretto preteso dal legislatore sarebbe stato quello di non rispettare la legge.

Come a dire faccio una legge che consente a tutti di andare in autostrada a 200 km/orari e poi se becco il politico a quella velocità lo sanziono?!

Non sanno scrivere le norme e poi se la prendono con coloro che le rispettano?!

È evidente che ci siano ragioni etiche da salvaguardare, ma questo è compito prioritario della norma e poi semmai del cittadino che correttamente si attiene al disposto di legge.

Io quel bonus non l’ho richiesto ma non per ragioni etiche ma perché mi sembrava un’elemosina di stato, e non una forma di ristoro nei confronti di chi, senza avere alcuna garanzia, è stato obbligato a non lavorare e che negli anni a partecipato allo stato in qualità di onesto contribuente milioni di euro.

Ma come funziona?

Quando contribuisci tutto a posto, quando non sei in grado di farlo per imposizione di stato ti devi accontentare di un’elemosina?

A fronte del fatto che altre categorie ultra garantite hanno continuato a percepire il proprio compenso integrale come se nulla fosse accaduto.

La cosa poi, miserevole di questa vicenda sono le giustificazioni di coloro che hanno richiesto il beneficio.

Tutti si sono dichiarati prontamente colpevoli, come se rispettare la legge ed esercitare legittimamente un diritto sia un crimine, pronti ad espiare qualsivoglia pena pur di restare sullo scranno.

Bastava dire ho rispettato la legge, senza rispondere ipocritamente all’ipocrisia di stato.

Poi se il cittadino nel segreto dell’urna altrettanto legittimamente ritiene quel comportamento indegno, perché il politico ha continuato a ricevere le indennità durante il lockdown, non lo voterà. Anche perché giustamente lo riterrà ingordo. Oppure nella valutazione complessiva del suo operato lo potrebbe comunque ritenere meritevole di sostegno.

Ma non si può condannare alla gogna mediatica, oppure sanzionare, un cittadino che ha correttamente esercitato un diritto nel pieno rispetto della legge.

Sarebbe morto lo Stato di diritto. Perché per legge se io condanno qualcuno che ha agito nel pieno rispetto della norma commetto un crimine.

Ripeto che se il legislatore non è in grado di correlare ciò che pensa con ciò che scrive non può trasferire la responsabilità per la propria grave incapacità su chi agisce nel limite di quanto scritto. 

Se poi, qualcuno ritiene che la legge non sia più il punto di vista ufficiale di ciò che si può, e non si può fare, allora benvenuti in uno Stato anarchico, ovvero in uno stato etico.

E visto che l’etica è soggettiva.

Benvenuti nella dittatura di chi ha più forza nell’imporre la propria etica. 

Per chiudere, e non essere frainteso, per quanto mi riguarda mi ripugna il comportamento di questi indegni, immorali “accattoni”, ma il vero problema lo crea chi non sa scrivere le norme che, in ogni settore sta provocando, grazie alla propria palese inadeguatezza, danni incalcolabili al Paese.

Un’ultima notazione invece, in questo mondo apparentemente disarticolato, in cui, al contrario, un ordine c’è e non è più certamente quello democratico, la vorrei fare con riguardo al vaccino.

Siamo tutti in attesa di un vaccino per questo coronavirus. E sembra che Putin lo abbia individuato e lo stia testando.

Sembrava una buona notizia ed invece no!

Freddezza glaciale e scetticismo cosmico.

Per carità, non c’è da fidarsi di nessuno.

Ma mi chiedo se siamo in attesa di un vaccino, o del vaccino di uno specifico venditore?

Enrico Michetti