Divisi gli alunni, diverse le priorità, doppie le difficoltà. Continuano ad essere incerte le modalità con cui far decollare in sicurezza il nuovo anno scolastico, ad ogni nuova proposta si trovano più problemi che vantaggi e lo stesso vale per l’ultima che prevedrebbe l’entrata in classe con orari ridotti.

Con la divisione degli alunni sono diversi i problemi a cui far fronte, in primis quello del personale ATA: i 50 mila collaboratori scolastici e 17 mila insegnanti promessi da Conte saranno il minimo indispensabile per iniziare in sicurezza e con il piede giusto. Questo secondo il Presidente dell’Associazione Presidi Mario Rusconi, che a ‘Lavori in Corso’ ha fatto il punto della situazione che nella terza fase delle restrizioni vedrebbe come nuovi eroi i presidi, proprio come era stato per i medici nelle ore più buie di marzo.
Ecco il suo intervento da Stefano Molinari e Luigia Luciani.

Vi assicuro che la maggior parte dei miei colleghi riusciranno sì e no a fare (se va tutto bene) una settimana di ferie a Ferragosto, quando poi le ferie – che non potranno mai recuperare – sono persino un diritto sancito dalla Costituzione.
Lo fanno perché ci tengono alla loro scusa, ai loro studenti, però c’è un limite a tutto.

Il 31 di agosto dobbiamo avere la sicurezza che ci siano i banchi, che la santificazione sia stata avviata e soprattutto che, come prevede il Dpcm, che siano fatte quelle opere di cosiddetta edilizia leggera che toccano al proprietario dei locali, perché un’altra cosa che noi stiamo scontando con l’epidemia è che tutti i nodi vengono al pettine: da anni dicevamo ‘che senso ha che le elementari e medie siano proprietà dei comuni e le superiori delle città metropolitane o delle province: perché non le diamo in gestione alle scuole facendone delle vere e proprie fondazioni?’.
Siamo stati presi per dei folli
“.

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