Un nuovo focolaio è apparso nelle ultime ore nel Lazio. Responsabile dell’inclinazione verso l’alto della curva regionale dei contagi, è un volo partito da Dacca, Bangladesh, giunto nella notte all’aeroporto di Fiumicino.

Al momento, il numero dei positivi al tampone equivale a 36, circa il 13 % rispetto al totale dei passeggeri che si attesta a 225 viaggiatori. In via precauzionale, tutti sono stati posti in isolamento e la Regione ha annunciato l’interruzione per una settimana dei voli diretti con il Bangladesh.

Attivo sin da subito nelle operazioni di controllo e trattamento dei positivi è Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Inmi Spallanzani di Roma. Ai nostri microfoni il professor Vaia racconta le operazione di monitoraggio effettuate a Fiumicino.

Ecco l’intervista al direttore Vaia a “Lavori in Corso”.

“Giova dire che questi sono ormai gli unici fenomeni che accadono. Noi stiamo uscendo da questa epidemia, soprattutto nel Lazio quando succede qualcosa, accade per focolai.

Noi fino a questa notte siamo stati lì, a Fiumicino, a fare lo screen sierologico e il tampone. Meno male perché abbiamo scoperto che su 225 persone a bordo, 36 sono positivi. E’ una percentuale altissima, del 13%, considerati i nostri standard.

I cittadini che vengono dall’estero non si devono imbarcare se sono sieroprevalenti o addirittura sieropositivi. Noi abbiamo scoperto che dei 36 positivi di questa notte c’erano alcuni che avevano già delle linee di febbre. Pretendiamo che le autorità effettuino tutti i test prima dell’imbarco. Ci deve essere un protocollo con i Paesi come il Bangladesh che preveda lo screen prima dell’imbarco.

E’ possibile che nei giorni scorsi ci siano stati dei positivi nella comunità bengalese sfuggiti ai controlli. Adesso noi screnneremo tutta la comunità bengalese”.


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