L’Ordinamento Giuridico Italiano condanna la discriminazione in ogni campo grazie alla Legge Mancino del 1993. Nel 1996 Nichi Vendola tenta di introdurre anche il reato di omofobia e misoginia. Oggi tale proposta è arrivata fino alla Commissione di Giustizia grazie ad Alessandro Zan, deputato del PD, che attende l’approvazione del Ddl in aula alla Camera il 27 luglio.

A “Un giorno speciale” Francesco Vergovich e Fabio Duranti, assieme al filosofo Diego Fusaro, evidenziano i pro e i contro di questo nuovo risvolto riguardo le leggi discriminatorie: è davvero una legge anti-omofobia o ci sarà un abuso da parte dei potenti al riguardo?

Ecco la discussione.

“Norberto Bobbio parlava di “Età dei diritti” E io direi che la nostra sta diventando l’età dei diritti insaziabili. Ogni individuo ha dei desideri e diritti da far valere e se non vengono fatti valere o riconosciuti si è al cospetto di discriminazione. Una sorta di rivendicazionismo consumistico perché si tende a trasformare ogni desiderio del consumatore in legge.

Il famoso Ddl Zan dice di colpire l’omofobia, ma in realtà il vero obiettivo è andare a colpire come omofobo chiunque non accetti il nuovo ordine erotico LGBT. Questa è a mio giudizio la vera ratio della legge. Chi è omofobo deve essere colpito a norma di legge ma se tu fai passare per omofobo anche solo chi pacatamente ritiene che per natura esistono maschi e femmine è chiaro che si passa da una legge che tutela a una che reprime. Ogni tipo di relazione umana tra consensienti e maggiorenni è leggittima. Però il matrimonio, se le parole hanno un senso ancora, indica la figura della mater, della madre e di colei che genera. Non si puo’ precipitare nel pozzo indeterminato dove tutto è medesimo“.


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