La crisi economica post-Covid si sta abbattendo sull’Europa e in particolare sull’Italia, uno dei paesi che ha adottato le misure di lockdown più ferree. Dopo quattro mesi dall’inizio della pandemia però si faticano ancora a vedere provvedimenti concreti e sostanziosi per risollevare le prospettive economiche degli italiani. Sia dal Governo sia dall’Europa sono arrivate tante parole, tante discussioni, ma pochi aiuti.
Per discutere del panorama economico italiano ed europeo abbiamo invitato nei nostri studi l’eurodeputato leghista Antonio Maria Rinaldi.
La crisi e le manovre del Governo
“Dire riduco l’Iva per tre mesi è come fare il solletico a un elefante. Un conto è fare rivisitazione totale dell’assurdo sistema fiscale italiano – noi paghiamo le tasse tra più alte del mondo – in cui è prevista anche un abbassamento delle aliquote Iva. Per rilanciare i consumi non basta abbassare l’Iva di un paio di punti, che non se ne accorge nessuno, l’Iva andrebbe abbassata non meno di 5 punti. Bisogna ridare la capacità reddituale agli italiani. Siamo pieni di disoccupati, la gente ha dimezzato le proprie entrate… ma neanche se la abbassi a 0 l’Iva ripartano i consumi. Bisogna mettere i soldi nelle tasche degli italiani, devono tornare a riavere la certezza del reddito. Questo Governo degli annunci dice le cose per vedere di nascosto l’effetto che fa… tanto è vero che questa proposta è durata un giorno.
I soldi dall’Europa
“In questo momento siamo sotto osservazione UE, dire che con i soldi che ci date abbassiamo le tasse è fumo negli occhi. In pochi hanno capito che se arriverà qualcosa dall’Unione Europea, non arriverà sotto forma di aiuti a pioggia come vogliono far credere, ma sotto forma di progetti specifici industriali che tengano conto di contenuti digitali e verdi. Fondi da usare con precisi progetti industriali e noi non abbiamo mai brillato nell’utilizzo dei fondi, quindi poi sarà difficile. Caro Conte, hai dato delle aspettative agli italiani che saranno disattese. Ti sei riempito la bocca di miliardi e miliardi che non arriveranno. Di questi fondi europei il piccolo artigiano, il commerciante, la partita Iva non sentirà nemmeno l’odore da lontano”.
La lotta al contante
“La BCE ha detto che è un errore limitare il contante. Contante significa “mia libertà”. Se io sono costretto a non utilizzare il contante dal momento in cui io esco di casa sanno tutto di me: che giornale compro, che orientamento ho, il caffè che preferisco… dati ceduti a terzi dall’altra parte del mondo. Il contante è una forma di libertà che io voglio continuare a sentire mia. La vera evasione non avviene se non pago il caffè un euro senza lo scontrino, ma è quella delle multinazionali a cui sono permessi i paradisi fiscali”.
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