“Il piano cashless lo dobbiamo realizzare quanto prima. E vediamo se collegarlo anche a un lieve intervento sull’Iva ancorché momentaneo. Sarebbe una modalità incentivante, dolce e gentile per attivare il piano di pagamento digitale”.

Una dichiarazione, questa, rilasciata dal Premier Conte a margine della conferenza stampa che ha concluso gli Stati Generali dell’Economia. Un’iniziativa efficace? Secondo molti esperti servirebbe a ben poco nel quadro di risollevamento della nostra economia. Tagliare l’Iva solo a condizione che si utilizzino metodi di pagamento digitale apre infatti ad altri scenari che poco incidono sul reale vantaggio economico dei cittadini.

Lo ha spiegato chiaramente ai nostri microfoni il direttore di Gazzetta Amministrativa Prof. Enrico Michetti. Ecco cosa ha detto in diretta a Ilario Di Giovambattista e Stefano Raucci.

Lotta al contante: che senso ha tagliare l’Iva se poi devi pagare commissioni alle banche? ► Michetti

“Il piano è di natura speculativa se togli un punto all’Iva e lo ripaghi di transazione. Però il concetto è un altro: l’Iva riguarda i consumi, ma noi non è che abbiamo un problema di consumi, abbiamo un calo della produttività stimato intorno ai 10 punti. Per cui dovremmo fare delle misure che vanno nel verso della produttività: tu prima la ricchezza la devi produrre e poi la potrai consumare. E’ un concetto basilare, non riesco a capire come non riescano a comprenderlo quelli che stanno al Governo.

Una spiegazione la posso dare su questo, perché non è che sono sciocchi. E’ che noi abbiamo adesso al Governo la sinistra che ha nel tempo perorato al causa di coloro che non avevano dei diritti. Oggi i diritti sul lavoro ci sono tutti, il TFR, ferie pagate, malattia, 104… Quello che manca sono le riforme liberali che consentano di produrre quella ricchezza che poi possa sostenere quei diritti. Senza la ricchezza quei diritti non li puoi far vivere. Questo è basilare ma non puoi chiederlo alla sinistra e quando la destra era al Governo non lo ha fatto. Quindi è un cane che si morde la coda.

Il debito è sempre in relazione al Pil, noi possiamo pure fare debito, se produciamo più di quanto debito facciamo va benissimo. E’ che noi non produciamo e continuiamo a fare debito”.


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