L’ultima notizia rilevante riportata dal New York Times, ma poco ripresa dai nostri media (troppo impegnati a raccontarci dell’aereo di Stato utilizzato dalla nuova casta a 5 Stelle) racconta di un Trump che dopo quasi trent’anni potrebbe porre fine al trattato chiamato ‘Cieli aperti’, ossia un trattato internazionale che ha l’obiettivo di promuovere la trasparenza sulle attività militari condotte dai paesi membri, secondo il concetto dell’osservazione aerea reciproca.

Si tratta di uno dei più importanti accordi bilaterali di controllo degli armamenti, ancora in vigore anche con la Russia.
Il Trattato definito ‘Open Skyies’ venne firmato nel 1992 e appartiene alla generazione degli accordi post-guerra fredda e post-sovietici.

Sono quindi accordi che non coinvolgono né vincolano la Cina, la quale ogni anno procede nel suo riarmo con aumenti annui a due cifre percentuali nella spesa militare.
In molti teatri geostrategici è ormai la Cina la vera rivale degli Stati Uniti.

Trump però afferma di aver preso la decisione a causa delle continue violazioni del trattato da parte della Russia e che la notifica formale sarà inviata proprio in questi giorni.
Parliamo del terzo importante accordo di controllo sulle operazioni militari da cui gli USA si ritirano sotto l’amministrazione Trump, dopo quello sul nucleare iraniano e dopo il trattato sui missili a medio raggio.

In pratica vedremo morire con quest’ultimo tutti gli accordi sugli armamenti nati nell’epoca della Prima Guerra Fredda.
Perché?
Il motivo è che questi limitano sia Washington che Mosca, ma non Pechino.
Quest’ultima è la chiave di volta sulla fine degli accordi bilaterali: ogni misura vene ormai presa contro l’ascesa del colosso cinese.
Con la fine dei trattati post-Guerra Fredda, i militari iniziano a scaldarsi.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo


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