La sondaggistica, si sa, non è una scienza esatta, tuttavia può risultare interessante soprattutto se, come raramente accade, i sondaggi non si limitano a confermare le aspettative della classe dominante.

Il sondaggio di ‘Termometro politico’

E’ successo in due sondaggi di aprile, in cui si è rivelato che un italiano su due è favorevole all’uscita dall’Unione Europea e al recupero della piena sovranità nazionale.
Un sondaggio è stato svolto da ‘Termometro politico‘ su ben 2200 elettori: alla domanda “lei sarebbe d’accordo nell’uscire dall’euro e dall’Unione Europea?” quasi il 40% degli intervistati ha risposto in maniera affermativa; il 7,5% crede sia meglio abbandonare solo l’Unione Europea e il 7,7% crede sia meglio abbandonare esclusivamente la moneta, restando aderenti all’UE.
Il totale dei cosiddetti euroscettici si attesta in questo caso intorno al 55%.

Il sondaggio Technè

Il secondo sondaggio, svolto su 1000 elettori da Technè aveva per oggetto un ipotetico voto referendario sull’uscita dell’Italia dall’euro, con solo due risposte: sì o no.
I risultati – escludendo dal campione il 40% degli indecisi – parlano di una nazione frantumata in due, con il 51% favorevole a rimanere nell’eurozona e il restante 49% incline all’uscita.

Italia divisa in due: perché?

Insomma, possiamo ribadirlo: il coronavirus ha contribuito a far crollare il castello di menzogne del liberismo di cui l’Unione Europea è espressione esemplare.
Ovviamente che metà degli italiani sia favorevole all’uscita dall’euro non ha alcun significato per gli amministratori del potere global-capitalistico: il governo giallofucsia risponde all’Unione Europea piuttosto che al popolo italiano e si limita a ratificare ciò che gli viene ordinato.

Per questo il vis-Conte dimezzato non menziona nemmeno la possibilità di uscire dall’Unione Europea, facendo eccezione per un attimo di lucidità in cui ha affermato che con quelle condizioni avremmo fatto da soli. Mai più ha parlato in seguito di questa strada, del resto è ragionevole che chi amministra la gabbia e ha interesse nell’esistenza di questa gabbia.

La cosa assurda è che metà dei prigionieri amino ancora la propria cattività e amino con ebete euforia e con stolta letizia le sbarre inossidabili che li fanno servi senza dignità.
Non ci stancheremo di asserirlo: la prima sovranità da recuperare è quella della mente, imparare a pensare con la propria testa liberandosi dal lager mentale del pensiero unico europeisticamente corretto, nonché eticamente corrotto.

Cosa capiterà mai uscendo dall’Unione Europea? Miseria? Povertà? Crisi?
Ma tutte queste realtà si stanno verificando ora, fintanto che siamo nell’Unione Europea.
Lo ripetiamo con forza: a una comoda schiavitù preferiamo una pericolosa libertà.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro


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