Sono più gli interrogativi delle certezze per il futuro del campionato di Serie A 2019/2020. L’emergenza coronavirus ha costretto allo stop le squadre di tutta Italia ormai da più di un mese e ancora non si capisce quando e se si potrà tornare sui campi di calcio.

Se il campionato dovesse riprendere, come fare con i contratti dei giocatori? Come sta affrontando il movimento calcio questa emergenza? Come potrebbe incidere sulle squadre e sui giocatori uno stop così lungo?

Ecco il pensiero di Giorgio Perinetti, uomo di calcio e direttore sportivo che nella sua carriera ha guidato grandi club della massima competizione, dalla Roma al Palermo, dal Napoli al Genoa.

“Nel breve c’è da preparare l’eventualità di ricominciare, il movimento calcio deve farsi trovare pronto. Tutto però è legato all’andamento della situazione sanitaria. Bisogna assolutamente prevedere di allungare i tempi dei contratti dei giocatori, considerare la stagione invece che con chiusura al 30 giugno al 30 luglio o agosto… per un evento straordinario servono regole straordinarie.

Cosa si potrebbe fare con il campionato in corso e quello successivo? Per quello di quest’anno non so fino a che punto si possa arrivare perché poi ci sarebbe anche da comprimere quello del prossimo anno. Se l’emergenza ci portasse a dover cassare questo campionato sarebbe un peccato perché uno di quelli più combattuto degli ultimi anni. Bisogna cercare tutte le soluzioni possibili per finire il campionato, però il calcio finalmente dovrebbe smettere di dividersi in piccole querelle, perché è il momento dell’unità, di salvare il calcio, di considerarlo un bene prezioso perché è il nostro sport nazionale. Il calcio deve reagire da movimento unito invece di dividersi in piccoli interessi personali.

Credo che in partenza ci sarà un ridimensionato del calcio, una crisi economica che ci sarà in tutti i settori non potrà non toccare anche il calcio. Magari ci sarà un mercato più basato su scambi e idee. Però sappiamo la storia del calcio, a volte si ridimensiona e poi ricresce. Il calcio supera se stesso, questo è la sua forza.

Sorprese se il campionato dovesse riprendere? Di solito ci sono sorprese nei risultati anche dopo solo la sola sosta nazionali, quindi figuriamoci dopo un mese di stop. I valori rimangono, ma con un fermo così lungo tutto riparte un po’ dall’inizio. Non sappiamo come staranno le squadre, la condizione dei giocatori…

C’erano i presupposti per un mio debutto nel calcio internazionale, per un’esperienza all’estero ma questa situazione ha fermato tutto. Finire alla Roma dove ho cominciato sarebbe la cosa più bella della mia vita, ma non credo ci sia la possibilità. Il ricordo più bello è la Coppa Italia vinta con la Roma contro la Sampdoria”.


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