Pochi giorni fa ai nostri microfoni giungeva la denuncia di tre giovani bloccate a Malaga, in Spagna. 150 persone in totale, 80 a Siviglia, 70 a Malaga: ragazzi senza più un’occupazione a cui è stato reso impossibile tornare a casa a causa dei pochi e costosi collegamenti con l’Italia. “Con questo nuovo Governo la nostra colpa è di non essere extracomunitarie – hanno detto Imma, Giorgia e Rachele – perché se lo fossimo state avremmo avuti tutti gli aiuti possibili e immaginabili”.
La risposta non ha tardato ad arrivare: Marcello Memoli, Console Onorario a Malaga, si è messo in collegamento con noi per fare luce su alcune imprecisioni, sostiene, nelle dichiarazioni delle ragazze e per spiegare nel dettaglio di cosa si sta occupando l’ambasciata.
Ecco cosa ha detto a Matteo Raimondi e Luigia Luciani.
ITALIANI BLOCCATI A MALAGA, LA RISPOSTA DEL CONSOLE ► “Partiti 3 aerei semivuoti, la scelta di restare è stata loro”
“Dal 13 marzo abbiamo coordinato il rientro in patria a più di 12 mila persone. Da Malaga sono partiti otto voli, sette con Alitalia uno con la compagnia Neos. Per quanto riguarda il prezzo dei voli, gli Alitalia partiti fino al 26 marzo hanno avuto anche prezzi inferiori ai 50 euro e al massimo sono arrivati a meno di 200 euro, quindi prezzi commerciali. Il prezzo della compagnia Neos effettivamente era superiore. Di questi otto voli, tre hanno avuto meno di 50 prenotazioni, quindi sono andati via quasi vuoti.
I connazionali che volevano partire hanno avuto la possibilità di partire serenamente fino al 26 marzo. Il governo in Spagna ha dichiarato lo stato di allerta il 14 marzo, quindi dal 14 marzo al 26 di marzo la situazione è rimasta sempre uguale. La decisione di rimanere è stata loro, per una speranza magari che la situazione si risolvesse rapidamente”.
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