Panta rei: tutto scorre, dicevano gli eraclitei al tempo dell’antica Grecia. Un movimento che adesso però sembra essersi arrestato con l’emergenza da Coronavirus. Appare interminabile, soprattutto a causa dell’effetto quarantena che da quasi due mesi ci tiene chiusi in casa, lontani da amicizie e legami affettivi.

Proprio su queste norme di distanziamento sociale si è acceso il dibattito negli ultimi tempi. Norme che alcuni giudicano come imposizioni volute dall’alto, per mano di una politica soggiogata dalle logiche della scienza. Ne abbiamo discusso con il filosofo Diego Fusaro nel corso di Un Giorno Speciale. Ecco il suo parere ai microfoni di Francesco Vergovich e Fabio Duranti.

Fusaro ► “Reprimere una messa è una scena vergognosa. Stanno violando diritti e Costituzione”

Medicina al potere

Siamo rinserrati in casa ormai da due mesi. A mio avviso è una palese violazione della Costituzione, che sembra essere sospesa sine die. Con i diritti fondamentali interrotti in nome dell’emergenza. Come ha notato il filosofo Giorgio Agamben la domanda da porci è: “a quanta libertà siamo disposti a rinunciare?” E sopratutto per quanto tempo ancora la medicina ci può far credere che la vita possa essere scissa dalle relazioni umane?

E’ un erramento della medicina, infatti vengono intervistati solo i virologi, gli epidemiologi. Peraltro sono sempre quei quattro che vengono interpellati dalla società dello spettacolo, la quale se potesse inviterebbe anche il Coronavirus negli studi televisivi per fare audience. Consiglio a tutti di spegnere la tv e di non accenderla mai più oppure prendere un martello e spaccarla”.

Il rischio di trasformare l’eccezione in normalità

In tutte le pagine della letteratura occidentale sulla peste, da Tucidide a Manzoni, trovi sempre come costante l’imbarbarimento dei rapporti sociali, il venir meno della civiltà e l’avanzare della barbarie. Oggi si manifesta con le scene che ho visto a Torino, con la repressione di alcuni giovani che semplicemente invocavano la libertà, e con la repressione di una messa che stava avvenendo in Chiesa.

Queste scene mi preoccupano molto, le ritengo vergognose. E in aggiunta, oggi a pagina undici del Corriere della Sera un articolo di Monica Guerzoni ci riferisce che ‘da gennaio c’è un piano segreto, troppo drammatico per dirlo’.

A mio giudizio stanno creando una sorta di Stato terapeutico globalista in cui il distanziamento sociale diventerà la nuova norma. Infatti questi guru che vengono interpellati dicono che non si tornerà più alla vita di prima. Su quali basi lo dicono? Allora confondono, forse in maniera non innocente, il piano della descrizione con quello della prescrizione“.

Uno Stato che reprime

Basta vedere il ghigno beffardo con cui te lo dicono. L’altro giorno chiedevano a uno di questi sapienti se quest’estate sarà possibile andare al mare. Lui ha risposto: ‘Beh, ma il sole di può prendere anche in un terrazzo’. Che è un po’ come dire se non hanno il pane, mangino le brioches.

Per me è un esperimento sociale. Qualcuno ha detto che la lotta è tra lo Stato e gli individui che si oppongono alle norme considerati individualisti. A me pare esattamente al contrario. Qui siamo al cospetto di uno Stato liberale che si fa repressivo e individui che ragionano e non si piegano a tutto questo. App e droni, scene da dittatura di Pinochet.

Non sono un giurista, però a me qualcosa non torna. L’articolo 16 della nostra Costituzione prevede la libertà di movimento delle persone e dice che l’unica eccezione prevista riguarda i casi sanitari. Però io non ho visto una legge che intervenisse. Questi Dpcm che valore hanno?“.


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