L’Italia è davvero indebitata? Da dove proviene questo debito? A chi va rimesso?
Questi sono gli interrogativi da cui parte Valerio Malvezzi per spiegare cosa si nasconda dietro le logiche del debito pubblico italiano a cui l’emergenza coronavirus non giova di certo. Si stima infatti che nel primo trimestre l’Italia abbia perso ben 15 punti percentuali di PIL e la situazione non sembra destinata a migliorare nei prossimi mesi, visto che l’economia non rinsavirà automaticamente con la riapertura di imprese e lavoro.

Mentre il Governo continua a battagliare sugli Eurobond con Finlandia, Germania e Olanda, che invece continuano a propendere per il Meccanismo Europeo di Stabilità a discapito del debito condiviso, soprattutto imprenditori e piccoli artigiani sperano nella ripartenza il 4 maggio, in modo che con la fase 2 si possa ritrovare ossigeno.

Ma c’è un altro pericolo da scongiurare per Malvezzi: le agenzie di rating come Moody’s o Fitch che riaffacciandosi al Bel Paese giudicheranno l’Italia – secondo una previsione dell’economista – economicamente inferiore addirittura al Botswana: resta da capire quando avverrà e come evitarlo.
Ecco l’intervista di Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

“Lo Stato non può fallire: ecco tutte le bugie che porteranno le agenzie di rating a distruggerci” ► Valerio Malvezzi

“Mes? Mi vergogno di parlarne”

Alla luce del fatto che l’Italia aveva un tipo di cultura che attingeva da Aristotele, oltre a tutti i principi che hanno forgiato il pensiero occidentale come posso commentare una cosa come il Mes? Mi vergogno di parlarne, mi vergogno di parlare degli eurobond, mi vergogno di trattare argomenti così bassi quando l’unico argomento di cui vorrei parlare è la dignità dell’uomo.
Ricevo centinaia di mail di gente disperata che non sa come pagare i dipendenti o dar da mangiare ai figli. Possiamo fare tutti i discorsi teorici che vogliamo, ma qui è stata dimenticata la storia della democrazia, che passa per il rispetto della Costituzione.

Perché abbiamo tolto Keynes? Perché redistribuiva la ricchezza dai ricchi ai poveri, molto semplice. A un certo punto si è deciso, da parte di quelli che erano ricchi, che questa cosa non andasse tanto bene. Conseguentemente ci hanno spiegato che erano molto più efficienti le teorie monetariste, neo liberiste e via discorrendo che negli ultimi quaranta anni hanno costituito il pensiero unico.

“C’è una sola guerra in gioco”

La questione che stiamo vivendo la sto interpretando come una guerra millenaria e ci sono due forze in gioco, il cittadino deve decidere da che parte vuole stare.
La guerra si chiama: privato contro pubblico. Quindi non ha niente a che vedere con l’Europa, la destra o la sinistra. E’ tra quelli che vogliono uno Stato e quelli che non lo vogliono. Tutte le logiche europeiste , le logiche dei trattati, le logiche del MES degli Euro-cazzola-bond e via discorrendo si basano sull’indebitamento non sulla Banca centrale, troppo comodo. Altrimenti la gente capirebbe che i soldi della Banca centrale si creano dal nulla. Cioè non ci sono i minatori, i nanetti che lavorano l’oro sotto Francoforte ma c’è un signore che schiaccia un bottone e dice: da questo momento la moneta c’è. Questi signori ci sono sempre stati nella storia, pur cambiando denominazione, soltanto negli ultimi decenni noi abbiamo il mito delle borse, il mito della finanza privata.

La vera questione è che se noi ci indebitiamo con noi stessi e quindi diamo i dividendi a noi stessi attraverso una Banca centrale che prende gli interessi da quei titoli di cui rispondiamo noi, quindi di per sé lo Stato non è fallibile. Questo è il concetto, è questo il gioco che vogliono farvi credere: lo Stato può fallire.
Quello che io prevedo fra qualche mese è che arriveranno le agenzie di rating che si chiameranno Fitch, Standard & Poor’s, Moody’s e ci diranno: l’Italia è un tripla B. A quel punto saremo appena sopra un livello che in finanza si chiama ‘Junk Bonds’, cioè titoli spazzatura. Stanno dicendo che un popolo che ha fatto la storia dell’umanità è spazzatura.

Il rebus dell’avanzo primario italiano

D’altro canto se io prendo i dati del Fondo Monetario Internazionale, usciti pochi giorni fa, l’Italia – ahimè – è il primo paese al mondo per avanzo primario. Cosa vuol dire? Dal 1995 al 2020, in un quarto di secolo, noi siamo il primo paese al mondo come media di avanzo primario. Cioè all’opposto di quello che vi raccontano e vi dicono che abbiamo vissuto al di sopra delle possibilità, siamo spreconi e bisogna fare le riforme.

Uno Stato ha un bilancio come fosse un’impresa. Le entrate dello Stato sono date sostanzialmente dalle tasse, le uscite sono date dalla spesa pubblica. La differenza tra le entrate e le uscite da un utile o una perdita. Nel bilancio dello Stato si parla di avanzo o disavanzo primario, cioè prima di tutte le componenti finanziarie. L’attività fondamentale dello Stato è in utile. Cioè noi da venticinque anni tassiamo di più di quanto spendiamo. Perché andiamo in deficit? Perché noi paghiamo interessi speculativi non dovuti a un sistema di banche private. E’ questa la vera questione. La lotta millenaria che giungerà ad una risposta tra quelli che vogliono uno Stato e quelli che invece vogliono la finanza privata.

Sta vincendo clamorosamente quest’ultima tra le due, perché ha i media che ci stanno facendo credere che abbiamo vissuto al di sopra dei nostri mezzi“.


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