Le misure annunciate dal Governo per far fronte all’emergenza coronavirus promettono 25 miliardi di euro da stanziare in questi mesi.

Questi soldi sarebbero da destinare ad un risanamento dell’economia italiana messa in ginocchio dalla situazione di quarantena a cui è sottoposto tutto il Paese.

Nel frattempo continuano a far discutere le parole di Christine Lagarde: “Non siamo qui per chiudere gli spread” che hanno fatto insorgere molti che, sottolineano, come il nostro Paese sia contributore netto in Europa.

Quali sono le misure che dovrebbe adottare la BCE per aiutare l’Italia? I soldi tagliati alla sanità dove sono stati reinvestiti? Quanti soldi servirebbero per riportare la sanità italiana ai fasti di un tempo?

Ecco cosa ne pensa Valerio Malvezzi intervenuto ad ‘Un Giorno Speciale’ con Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

I negazionisti dicono che non è vero che abbiamo ridotto i fondi per la sanità quelli come me invece dicono che è vero.

Lo stanziamento al Fondo Sanitario Nazionale è vero che è sempre aumentato ma il ragionamento è sbagliato perché ogni anno il Servizio Sanitario Nazionale prevede la crescita dei cosiddetti LEA che sono i livelli essenziali d’assistenza che vuol dire che, quando si scoprono nuove malattie o quando servono nuovi servizi (basti pensare che negli ultimi anni sono arrivati 600 mila clandestini irregolari) insomma quando il bisogno della popolazione cresce, il SSN deve andargli dietro.

Negli ultimi anni sono stati inseriti nei LEA dal Ministero della Salute, le nuove tecnologie ma sempre a macchia di leopardo quindi vuol dire che la nuova tecnica viene prevista ma il MEF dice ‘cazzi vostri’ noi dobbiamo rispondere a Bruxelles e quindi vengono fatti tagli di bilancio.

La cosa più semplice da tagliare si chiama sanità perché se io dovessi aumentare l’Imu tutte le persone se ne accorgerebbero dopo 5 minuti e vanno in piazza, se invece io sono un burocrate e taglio sulla sanità la gente se ne accorge dopo anni.

La gente se la prende con i singoli ospedali e i giornali faranno da cassa di risonanza del neoliberismo.

A quel punto scatta un meccanismo che farà gridare i neo liberisti alla spending review ecco da dove nasce il problema del coronavirus.

Dal 2012 abbiamo tagliato circa 132 miliardi dalla sanità.

I medici e gli infermieri lavorano in una situazione di emergenza per via dei tagli.

In questi anni avremmo potuto costruire circa 500 nuovi ospedali invece abbiamo tagliato circa 359 tra posti letto e piccoli reparti.

Noi non dobbiamo dire grazie alla Germania, abbiamo 92 miliardi di contributi netti più 58 già stanziati per il MES.

L’attuale Governo sta facendo di tutto per accelerare sul MES che è quello che ha tagliato posti letto ed ospedali.

Oggi sta per cadere un castello di menzogne perché verrà un giorno in cui troveremo l’orgoglio di chiamarci per quello che siamo, non cittadini europei ma cittadini italiani.

I soldi che noi abbiamo dato al MES tagliandoli alla sanità sono finiti non ad altri cittadini dell’Europa ma a coprire operazioni speculative fatte da Banche del Nord Europa”.


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