Sono sicuro che molti di noi in questi momenti stanno pensando: ma stiamo facendo la cosa giusta? Il Governo, l’Italia, i Governi del mondo… Stanno facendo la cosa giusta? E soprattutto, gli scienziati hanno capito quello che succede?

La risposta a queste domande c’è: sì, gli scienziati hanno abbastanza capito quello che succede, benché si tratti di un virus nuovo del quale non tutto possiamo sapere ancora.

Ci vorrà del tempo, ma abbiamo visto che le previsioni matematiche, su modelli dell’appiattimento della curva, dicono che la crescita non sarà più esponenziale o troppo pronunciata intorno al 25 di marzo. Questo ovviamente se siamo tutti bravi e attenti.

Purtroppo non siamo stati tutti bravi e attenti e da questo dipende il fatto che riscontriamo oggi i comportamenti negativi dei weekend precedenti, quelli in cui tutti si sono precipitati a tornare nei posti da cui provenivano senza sapere che così avrebbero (come hanno) infettato tutti quanti.

Naturalmente qui gli errori sono stati di altra natura, non degli scienziati che hanno parlato quasi sempre con la stessa voce: differenze di grado, non di genere. Sono state le incertezze, il fatto che su questa materia deve regolamentare lo Stato, non certo le regioni. E le pressioni delle regioni all’inizio, soprattutto al nord, erano quelle di non chiudere tutte le attività come invece poi si è fatto.

Gli errori sono stati lì. I buchi sono stati a Codogno o nel Veneto, inizialmente, cioè dove proprio le cose non hanno funzionato come avrebbero dovuto e potuto.

Il caso coreano e giapponese però ci devono far pensare: in tutti e due quei casi è la disciplina potente della popolazione disposta a sottomettersi a regole rigidissime anche di controllo sociale che ha permesso di venirne fuori con relativamente pochi casi e pochissime vittime.

Qualcuno ha avuto il coraggio di dire “così rinunciamo alle nostre prerogative di libertà, di democrazia occidentale”. Beh, in questo caso la deroga è necessaria, per un motivo ben preciso: che nessuno di noi si comporta così bene come invece dichiara pubblicamente di fare. È per questa ragione che da coreani, giapponesi e pure cinesi possiamo e dobbiamo solo imparare.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi


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