Non è stato scritto per un amore omosessuale, questo è un elemento certo“.
Il Cantico dei Cantici riadattato “alla Benigni” sul palco di Sanremo non è proprio andato giù a Mario Adinolfi, leader del Partito della Famiglia.
Come il pepe nel cappuccino” definisce il monologo in diretta a ‘Lavori in corso’ dopo aver postato la sua indignazione sui social con un post dal medesimo titolo: poche storie insomma, re Salomone ha scritto uno dei più importanti libri della Bibbia per una donna, ma al di là delle inesattezze storiche Adinolfi rimprovera a Benigni un mancato rispetto verso la comunità cristiana – e non solo – di fronte a milioni di spettatori. Ecco l’intervista.

Adinolfi attacca Benigni ► “Inaccettabile, non può trattare la Bibbia come una canzone di Tiziano Ferro”

Se si introduce un testo così fondamentale per la tradizione biblica dicendo che è un testo pansessualista in cui si celebra l’amore di un uomo con un altro uomo o di una donna con un’altra donna si dice qualcosa che semplicemente non è vero.

E’ stato molto irrispettoso se pensiamo che quel canto è il cuore della Torah, gli ebrei lo usano nello shabbat, nella Pasqua. Noi cattolici lo usiamo per raccontare l’amore di Cristo per la Chiesa sua sposa e questa immagine di fronte a 10 milioni di italiani secondo me andava rispettata non mettendo questo “pepe nel cappuccino”.

Il Cantico dei Cantici non è politically correct, anzi, per certi versi è straordinariamente scorretto e lontano dalle mode. Volerlo infilare per forza nella moda corrente come se non fosse il Cantico dei Cantici ma una canzone di Tiziano Ferro è qualcosa di cui si dovrebbe fare a meno.

Non possiamo sempre accettare gli sgarbi su libri che per chi crede sono libri sacri.
Io credo si debba un po’ di rispetto verso le pagine di libri così rilevanti quando si ha a che fare con una platea così immensa
“.


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