Qual è il vero significato della parola ‘pecunia‘? Non tutti conoscono la storia che si cela dietro questo modo di indicare il denaro. Una storia però molto importante per capire da arriva il sistema economico nel quale siamo immersi.

Quando i romani entrarono in contatto con i greci antichi scoprono la funzione dei ‘cambiatori di monete’, quello che con i romani diventerà poi il ruolo degli ‘argentari’.

Tutti i popoli per millenni hanno utilizzato i capi di bestiame come valore delle proprietà. Si pensi che tutt’ora quando si parla di trattative del mondo arabo si fa spesso riferimento, sotto forma di battuta, al numero di cammelli necessari per prendere una donna in moglie.

Le trattative, effettivamente, venivano fatte in capi di bestiame. Il valore dipendeva dal numero dei capi, ma anche dal peso dell’animale. Uno che pesava due quintali per esempio valeva di più di uno che ne pesava uno e mezzo.

C’era, dunque, un problema tecnico: come pesare i capi di bestiame?

Ecco allora che i romani hanno trasferito nella moneta il concetto di ‘pesare’ l’animale. Queste prime monete romane infatti raffiguravano prevalentemente dei buoi o delle pecore.

Nel Lazio c’è stato da sempre un fiorente sviluppo di pastorizia, quindi di pecore. Pecora in latino si dice pecus. Ecco perché si usa la parola pecunia.

Quello che non sai sulla moneta e sui romani

Malvezzi Quotidiani, l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi.


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