Oggi, ad “Affari di Libri”, appuntamento con la più giovane finalista del Premio Strega, Viola Di Grado. Intervistata da Mariagloria Fontana sulla sua ultima fatica letteraria, “Fuoco al cielo“, che racconta una tormentata storia d’amore nata in un villaggio contaminato ai confini della Siberia, la talentuosa scrittrice ha detto che il suo è sicuramente “un romanzo pieno di fantasmi, perché ci sono molti vivi, ma ci sono anche molti morti, tutte le persone che sono morte lì in quel villaggio“.

Soffermandosi poi sul personaggio di Tamara, la Di Grado ha raccontato che “mi colpiva leggendo la storia vera di questa donna, Tamara. C’è pochissimo su di lei su internet, ho dovuto immaginare e inventare tutto. La storia che la definisce e che mi ha colpito moltissimo è la storia del fatto che lei ha trovato nel bosco del suo villaggio una creatura indefinibile, un bambino senza genitali, senza ombelico“.

Mi affascinava tantissimo l’incatalogabilità di quest’essere, anche perché penso che uno dei problemi maggiori di quest’epoca sia l’ossessione di definire tutto, di catalogare tutto, mentre la bellezza di quest’essere è che c’è e basta, in mezzo a questa natura contaminata” ha sottolineato Viola Di Grado.