Non vuole essere una gufata, premettiamolo, ma bisogna avere quel pizzico di onestà intellettuale in più per ammettere che all’89’ di Spal-Lazio, si è pensato tutti alla stessa cosa: un déjà vu delle stagioni passate, un’altra annata con tante chiacchiere e pochi gagliardetti.

La Lazio – non serve chissà quale guru del calcio per dirlo – ha fatto di queste montagne russe emotive una parte molto importante e ciclica della sua storia recente, è entrata in quello che i filosofi chiamerebbero il paradosso di Zenone, con Achille che per quanto si affanna e per quanto forte sia, non raggiungerà mai quella tartaruga così vicina e lenta. Chi invece è più legato alle spiegazioni biologiche sostiene che i biancocelesti siano affetti da una grave malattia cronica, altrimenti non si spiegherebbe perché Vecino abbia ribaltato quel risultato così importante all’Olimpico lo scorso 30 maggio, o perché due stagioni prima la Lazio si sia fatta buttar fuori dal Bayer Leverkusen ai preliminari della tanto agognata Coppa Campioni.

Diciamo, per farla breve, che questa bipolarità fa parte della Lazio e la sua tifoseria non ne è rimasta incolume. “Non meritiamo la Champions“, “dove vogliamo andare con Durmisi e Patric“, i commenti più ritwittati, riproposti, riascoltati e poco ribattuti nella scorsa serata. Per carità, ognuno può fare le considerazioni che vuole, si chiama democrazia, ma non per questo non può essere chiamata anche ipocrisia.
Già perché la Lazio non sembrava poi così debole dopo la vittoria nel derby o nella fiabesca serata milanese che sembra ormai passata da mesi, anni, per come l’atteggiamento della squadra e non solo è cambiato nell’arco di una settimana.

La storia si studia per questo, per non commettere gli errori del passato, perché come una sinusoide non fa che riproporsi ai nostri occhi, ma conoscendola può essere gestita, manovrata, controllata (chiaramente in modo limitato).
Per quattro volte negli ultimi sette anni la Lazio ha sfiorato la qualificazione in Champions con ben altre formazioni, con ben altre prestazioni, con ben altri risultati.
Ecco quattro esempi che fanno una prova, una testimonianza della tendenza di questa squadra a non imparare mai, perché la storia prima di poter essere scritta va conosciuta a fondo.

Lazio 2017-2018
5° posto in classifica (72 punti)

Lazio 2016-2017
5° posto in classifica (70 punti)

Lazio 2013-14
3° posto in classifica (69 punti)

Lazio 2011-12 
4° posto in classifica (62 punti)